Buona notizia l'altro giorno dal TAR del Lazio, che con ordinanza ha sollevato questione di costituzionalità presso la Corte della legge che ha introdotto la conciliazione obbligatoria, in vigore da qualche settimana.
La legge, approvata in sordina, c'avrebbe in effetti profili di incostituzionalità piuttosto evidenti, specie sull'obbligatorietà, che non è ammissibile che io sia costretto, prima di poter esercitare il mio diritto a ottenere giustizia dallo stato, a dovermi rivolgere a degli organismi privati, a pagamento, che ci lucrano sopra.
Senza starci a fare tanti discorsi sopra, che altri ne hanno fatti e ne farebbero di migliori e più argomentati, ma i dati di fatto sono due: in primo luogo, è un regalo fatto a banche, assicurazioni, industrie, e tutti i soggetti con soldi e spalle coperte, che hanno tutto l'interesse a evitare di andare da un giudice, e in contemporanea a crearsi un indotto, di corsi agenzie sensali vari; in secondo luogo, questa privatizzazione di fatto della giustizia è solo l'ennesimo esempio di uno Stato che, di fronte a dei problemi e a delle necessità, non li affronta (leggesi, anzitutto, ci caccia i soldi), ma abdica, rinuncia e dà in appalto a dei privati, che naturalmente, da privati guarderanno in primis e soprattutto al profitto: oggi è la giustizia, ieri era sull'università, o sulle scuole d'infanzia, e via dicendo.
La legge, approvata in sordina, c'avrebbe in effetti profili di incostituzionalità piuttosto evidenti, specie sull'obbligatorietà, che non è ammissibile che io sia costretto, prima di poter esercitare il mio diritto a ottenere giustizia dallo stato, a dovermi rivolgere a degli organismi privati, a pagamento, che ci lucrano sopra.
Senza starci a fare tanti discorsi sopra, che altri ne hanno fatti e ne farebbero di migliori e più argomentati, ma i dati di fatto sono due: in primo luogo, è un regalo fatto a banche, assicurazioni, industrie, e tutti i soggetti con soldi e spalle coperte, che hanno tutto l'interesse a evitare di andare da un giudice, e in contemporanea a crearsi un indotto, di corsi agenzie sensali vari; in secondo luogo, questa privatizzazione di fatto della giustizia è solo l'ennesimo esempio di uno Stato che, di fronte a dei problemi e a delle necessità, non li affronta (leggesi, anzitutto, ci caccia i soldi), ma abdica, rinuncia e dà in appalto a dei privati, che naturalmente, da privati guarderanno in primis e soprattutto al profitto: oggi è la giustizia, ieri era sull'università, o sulle scuole d'infanzia, e via dicendo.
0 commenti:
Posta un commento