Quistu manco è stato bono a dimettese come si deve, quando si deve.
17 febbraio 2009
Arretrati: legge elettorale per le Europee, sicurezza, Bersani eSardegna
Scrivo adesso alcune note politiche che in realtà avrei dovuto scrivere due settimane, ma che per il sovrapporsi degli eventi ma anche e soprattutto per pigrizia si erano tralasciati.
La riforma della legge elettorale delle Europee. Quale cavolo è la necessità di una riforma? La legge attuale, proporzionale pura, garantisce perfettamente la necessità di rappresentatività che è la funzione propria delle elezioni per il Parlamento Europeo: unico organo con legittimazione democratica nell'Unione, non ha veri compiti legislativi, ed è quindi assolutamente pretestuosa la scusa della governabilità che viene addotta come scusa per introdurre lo sbarramento al 4%. Siamo chiari, la non frammentazione può essere un valore, e di una soglia di sbarramento del 4% si può anche parlare. Ma non con l'attuale sistema politico. La maggioranza non può pretendere di cambiare il sistema politico imponendolo con una legge elettorale. Non sono briciole i partiti sotto il 4%. Cinque anni fa per essi votò il 20% dell'elettorato. Nelle attuali condizioni della politica italiana, milioni di elettori vengono privati potenzialmente e probabilmente del diritto di eleggere ed essere rappresentati. Questo è assolutamente antidemocratico. Quello che più fa rabbia poi è stato l'atteggiamento del Partito Democratico. Cosa sperano di ricavarne ammazzando sul nascere ogni progetto alternativo di ricostruzione della Sinistra? Per una manciata di voti sperano di replicare il giochetto del voto utile? Qual è il senso nel guastare definitivamente i rapporti con tutta la parte politica della quale comunque ha bisogno per poter governare a livello locale, e di cui avrà bisogno per poter ambire a tornare al governo nazionale?
C'è stato poi il decreto sicurezza. Legalizzazione delle ronde di partito, possibilità dei medici di denunciare i pazienti irregolari che vengono a farsi curare, aumento della tassa per il permesso di soggiorno. E poi tutte queste anime belle a ergersi a difensori della vita sul caso Englaro. Si diceva una volta socialismo o barbarie. Qui di certo non siamo al socialismo.
Unica nota positiva, la candidatura di Bersani alla segreteria del Partito Democratico. Finalmente qualcuno che ha il coraggio di mettere le cose in campo, che riconosce l'errore nei Ds di schierarsi compatti al completo nel 2007 dietro Veltroni, con liste piuttosto in contrasto tra loro (errore anche mio di appoggiarlo, un progetto come "A sinistra per Veltroni"; ragione aveva il compagno Brunori a sostenere che era una contraddizione in termini), legato veramente alla tradizione della sinistra italiana, e non a una personalizzazione a base di americanismo e buoni sentimenti, con una reale idea e concezione di quella che deve essere la struttura e il funzionamento di un partito.
Saltando a quest'oggi, l'assoluto disastro delle elezioni regionali in Sardegna. Un monito, per chi se ne stesse scordando, che l'Italia è diventata un paese profondamente di destra, e che di lavoro e lotta ce ne sarà da fare moltissima nel futuro.
La riforma della legge elettorale delle Europee. Quale cavolo è la necessità di una riforma? La legge attuale, proporzionale pura, garantisce perfettamente la necessità di rappresentatività che è la funzione propria delle elezioni per il Parlamento Europeo: unico organo con legittimazione democratica nell'Unione, non ha veri compiti legislativi, ed è quindi assolutamente pretestuosa la scusa della governabilità che viene addotta come scusa per introdurre lo sbarramento al 4%. Siamo chiari, la non frammentazione può essere un valore, e di una soglia di sbarramento del 4% si può anche parlare. Ma non con l'attuale sistema politico. La maggioranza non può pretendere di cambiare il sistema politico imponendolo con una legge elettorale. Non sono briciole i partiti sotto il 4%. Cinque anni fa per essi votò il 20% dell'elettorato. Nelle attuali condizioni della politica italiana, milioni di elettori vengono privati potenzialmente e probabilmente del diritto di eleggere ed essere rappresentati. Questo è assolutamente antidemocratico. Quello che più fa rabbia poi è stato l'atteggiamento del Partito Democratico. Cosa sperano di ricavarne ammazzando sul nascere ogni progetto alternativo di ricostruzione della Sinistra? Per una manciata di voti sperano di replicare il giochetto del voto utile? Qual è il senso nel guastare definitivamente i rapporti con tutta la parte politica della quale comunque ha bisogno per poter governare a livello locale, e di cui avrà bisogno per poter ambire a tornare al governo nazionale?
C'è stato poi il decreto sicurezza. Legalizzazione delle ronde di partito, possibilità dei medici di denunciare i pazienti irregolari che vengono a farsi curare, aumento della tassa per il permesso di soggiorno. E poi tutte queste anime belle a ergersi a difensori della vita sul caso Englaro. Si diceva una volta socialismo o barbarie. Qui di certo non siamo al socialismo.
Unica nota positiva, la candidatura di Bersani alla segreteria del Partito Democratico. Finalmente qualcuno che ha il coraggio di mettere le cose in campo, che riconosce l'errore nei Ds di schierarsi compatti al completo nel 2007 dietro Veltroni, con liste piuttosto in contrasto tra loro (errore anche mio di appoggiarlo, un progetto come "A sinistra per Veltroni"; ragione aveva il compagno Brunori a sostenere che era una contraddizione in termini), legato veramente alla tradizione della sinistra italiana, e non a una personalizzazione a base di americanismo e buoni sentimenti, con una reale idea e concezione di quella che deve essere la struttura e il funzionamento di un partito.
Saltando a quest'oggi, l'assoluto disastro delle elezioni regionali in Sardegna. Un monito, per chi se ne stesse scordando, che l'Italia è diventata un paese profondamente di destra, e che di lavoro e lotta ce ne sarà da fare moltissima nel futuro.
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Fiction notturne
Non guardando mai le fiction a tema storico di produzione italiane, non ha troppo senso mettersi a guardare -come sto facendo- quelle di produzione francese.
Fanno altamente sgatta' entrambe. Però almeno quelle francesi parlano di personaggi della Resistenza, come Jean Moulin.
Fanno altamente sgatta' entrambe. Però almeno quelle francesi parlano di personaggi della Resistenza, come Jean Moulin.
16 febbraio 2009
Esperienze sensoriali
Scaldare a fiamma alta una padella, e versarci una bicchierata di aceto sopra.
Quindi dare una sniffatina agli effluvi. Ah!
[magari, già che ci si sta, usare il tutto per fare il sempre gradito radicchio saltato all'aceto]
Se qualche benpensante non trova la cosa troppo intelligente, provi anche a far scoppiare il sale grosso tenendolo con delle pinzette sulla fiamma viva, o a versare una goccia d'acqua su un pentolino incandescente per guardarla girare come una trottola.
Quindi dare una sniffatina agli effluvi. Ah!
[magari, già che ci si sta, usare il tutto per fare il sempre gradito radicchio saltato all'aceto]
Se qualche benpensante non trova la cosa troppo intelligente, provi anche a far scoppiare il sale grosso tenendolo con delle pinzette sulla fiamma viva, o a versare una goccia d'acqua su un pentolino incandescente per guardarla girare come una trottola.
15 febbraio 2009
Armonie
Apecchio insegna. L'armonica è divertente, ma -se c'era bisogno di ribadirlo- la fisarmonica è un altro passo.
Mmh.
Magari un organetto.
Mmh.
Magari un organetto.
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12 febbraio 2009
85 anni de l'Unità
Il 12 febbraio del 1924, 85 anni fa, Antonio Gramsci fondava l'Unità.
Auguri quindi al quotidiano storico della sinistra italiana, che nonostante questi 85 anni passati tra dittature, speranze, fallimenti e attuali piddiosaggine e scomodi formati tabloid non ha mancato mai di far sentire la sua voce per la libertà, la pace, l'uguaglianza e la giustizia. E che possa continuare a farla sentire ancora a lungo.
E per l'occasione, un paio di pensieri gramsciani sull'impegno.
"Si osserva da alcuni con compiacimento, da altri con sfiducia e pessimismo, che il popolo italiano è «individualista»: alcuni dicono «dannosamente», altri «fortunatamente». Questo «individualismo», per essere valutato esattamente, dovrebbe essere analizzato, poiché esistono forme diverse di «individualismo», più progressive, meno progressive, corrispondenti a diversi tipi di civiltà e di vita culturale. Individualismo arretrato, corrispondente a una forma di «apoliticismo» che corrisponde oggi all’antico «anazionalismo»: si diceva una volta «Venga Francia, venga Spagna, purché se magna», come oggi si è indifferenti alla vita statale, alla vita politica dei partiti.
Ma questo «individualismo» è proprio tale? Non partecipare attivamente alla vita collettiva, cioè alla vita statale (e ciò significa solo non partecipare a questa vita attraverso l’adesione ai partiti politici «regolari») significa forse non essere «partigiani», non appartenere a nessun gruppo costituito? Significa lo «splendido isolamento» del singolo individuo, che conta solo su se stesso per creare la sua vita economica e morale? Niente affatto. Significa che al partito politico e al sindacato economico «moderni», come cioè sono stati elaborati dallo sviluppo delle forze produttive più progressive, si «preferiscono» forme organizzative di altro tipo, e precisamente del tipo «malavita», quindi le cricche, le camorre, le mafie, sia popolari, sia legate alle classi alte."
"Odio gli indifferenti anche per ciò che mi dà noia il loro piagnisteo di eterni innocenti. Domando conto ad ognuno di essi del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime. Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze virili della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano nel sacrifizio; e colui che sta alla finestra, in agguato, voglia usufruire del poco bene che l’attività di pochi procura e sfoghi la sua delusione vituperando il sacrificato, lo svenato perché non è riuscito nel suo intento.
Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti."
Auguri quindi al quotidiano storico della sinistra italiana, che nonostante questi 85 anni passati tra dittature, speranze, fallimenti e attuali piddiosaggine e scomodi formati tabloid non ha mancato mai di far sentire la sua voce per la libertà, la pace, l'uguaglianza e la giustizia. E che possa continuare a farla sentire ancora a lungo.
E per l'occasione, un paio di pensieri gramsciani sull'impegno.
"Si osserva da alcuni con compiacimento, da altri con sfiducia e pessimismo, che il popolo italiano è «individualista»: alcuni dicono «dannosamente», altri «fortunatamente». Questo «individualismo», per essere valutato esattamente, dovrebbe essere analizzato, poiché esistono forme diverse di «individualismo», più progressive, meno progressive, corrispondenti a diversi tipi di civiltà e di vita culturale. Individualismo arretrato, corrispondente a una forma di «apoliticismo» che corrisponde oggi all’antico «anazionalismo»: si diceva una volta «Venga Francia, venga Spagna, purché se magna», come oggi si è indifferenti alla vita statale, alla vita politica dei partiti.
Ma questo «individualismo» è proprio tale? Non partecipare attivamente alla vita collettiva, cioè alla vita statale (e ciò significa solo non partecipare a questa vita attraverso l’adesione ai partiti politici «regolari») significa forse non essere «partigiani», non appartenere a nessun gruppo costituito? Significa lo «splendido isolamento» del singolo individuo, che conta solo su se stesso per creare la sua vita economica e morale? Niente affatto. Significa che al partito politico e al sindacato economico «moderni», come cioè sono stati elaborati dallo sviluppo delle forze produttive più progressive, si «preferiscono» forme organizzative di altro tipo, e precisamente del tipo «malavita», quindi le cricche, le camorre, le mafie, sia popolari, sia legate alle classi alte."
"Odio gli indifferenti anche per ciò che mi dà noia il loro piagnisteo di eterni innocenti. Domando conto ad ognuno di essi del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime. Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze virili della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano nel sacrifizio; e colui che sta alla finestra, in agguato, voglia usufruire del poco bene che l’attività di pochi procura e sfoghi la sua delusione vituperando il sacrificato, lo svenato perché non è riuscito nel suo intento.
Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti."
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11 febbraio 2009
Sempre sulle elezioni israeliane
Ecco rega', questo è il rischio che si corre a non aver più un partito di sinistra che fa il partito di sinistra -il Labour israeliano in questo caso, scivolato al quarto posto dopo centrodestra, destra ed estrema destra-. Finaccia a cui pure qua da noi si sta facendo di tutto per arrivare.
10 febbraio 2009
La Giornata del Ricordo?
Si chiacchiera tanto del "Ricordo". Ma allora vogliamo ricordarcela davvero tutta la Storia, o è solo un pretesto per farne uso strumentale?
La vogliamo ricordare e riconoscere anche l'aggressione italiana e tedesca alla Jugoslavia? La sua occupazione, i ripetuti crimini di guerra commessi dall'Esercito Italiano, il milione e mezzo di morti civili jugoslavi?
Oppure vogliamo continuare a usare le Foibe per continuare a raccontarci la favoletta degli "italiani brava gente", e per farne un uso politico di parte?
Uz Maršala Tita. Na juriš, o-hej, partizan, pred tabo svobode je dan!
La vogliamo ricordare e riconoscere anche l'aggressione italiana e tedesca alla Jugoslavia? La sua occupazione, i ripetuti crimini di guerra commessi dall'Esercito Italiano, il milione e mezzo di morti civili jugoslavi?
Oppure vogliamo continuare a usare le Foibe per continuare a raccontarci la favoletta degli "italiani brava gente", e per farne un uso politico di parte?
Uz Maršala Tita. Na juriš, o-hej, partizan, pred tabo svobode je dan!
9 febbraio 2009
Tra l'A16 e il West - Sincretismo
Tra l'A16 e il West. O tra la Route 89 e la Murgia. Vabbe'. Motocicletta e tarantella!
Musica rega'!
If you want to be a bird pe' putere libera vulare e 'nguacchiare 'sti divise a tutt' 'e piemuntise!
Musica rega'!
If you want to be a bird pe' putere libera vulare e 'nguacchiare 'sti divise a tutt' 'e piemuntise!
8 febbraio 2009
AutoPDerotica
Secondo fonti ben informate, il segretario del Partito Democratico Walter Veltroni starebbe indulgendo in ripetute pratiche di autoerotismo a causa del messaggio di ringraziamento inviatogli dal presidente Obama per la lettera di congratulazioni per l'insediamento.
7 febbraio 2009
No alla strumentalizzazione del caso Englaro, in difesa della democrazia
La cosa grave e preoccupante, è che il caso Englaro è semplicemente diventato per Berlusconi un mero pretesto per poter affermare la sua pretesa di poter governare senza limiti e senza controlli, in maniera assoluta, sciolta ossia da ogni vincolo costituzionale.
Invito tutti coloro che rifiutano la fine delle cure per Eluana di non lasciarsi strumentalizzare, e di guardare oltre il caso umano in questione per vedere che giochi ci sono dietro.
Rischiamo di essere di fronte a un bivio fondamentale della democrazia italiana.
Invito tutti coloro che rifiutano la fine delle cure per Eluana di non lasciarsi strumentalizzare, e di guardare oltre il caso umano in questione per vedere che giochi ci sono dietro.
Rischiamo di essere di fronte a un bivio fondamentale della democrazia italiana.
6 febbraio 2009
Su Eluana Englaro, Napolitano e il Governo
Visto che è stato sollecitato, scriviamo.
Non ha alcun senso ostinarsi a mantenere in vita il corpo di Eluana Englaro, dopo 17 anni di coma irreversibile. Questa è una cosa contro natura. E un'anima caritatevole che l'attuasse davvero una eutanasia, evitando di lasciar morire Eluana di fame e sete, farebbe solo un atto di carità.
Dopodiché, sul conflitto tra Napolitano e il Governo sul decreto legge: se si vuole approvare una legge che assicuri la nutrizione in qualsiasi condizione, si faccia pure. Ma mancano completamente i presupposti costituzionali (che vorrei ricordare sono la base della nostra democrazia) di straordinaria necessità e urgenza che possono giustificare un decreto legge (articolo 77 comma 2). Atto con cui -è bene ricordarlo- il Governo si assume la funzione legislativa, che costituzionalmente spetta al Parlamento, unico organo col necessario mandato popolare per esercitarla. Quindi assolutamente corretto e giusto l'operato del Presidente della Repubblica, il compagno Giorgio Napolitano, che si rifiuta di emanare il decreto vagheggiato dal Governo.
Non ha alcun senso ostinarsi a mantenere in vita il corpo di Eluana Englaro, dopo 17 anni di coma irreversibile. Questa è una cosa contro natura. E un'anima caritatevole che l'attuasse davvero una eutanasia, evitando di lasciar morire Eluana di fame e sete, farebbe solo un atto di carità.
Dopodiché, sul conflitto tra Napolitano e il Governo sul decreto legge: se si vuole approvare una legge che assicuri la nutrizione in qualsiasi condizione, si faccia pure. Ma mancano completamente i presupposti costituzionali (che vorrei ricordare sono la base della nostra democrazia) di straordinaria necessità e urgenza che possono giustificare un decreto legge (articolo 77 comma 2). Atto con cui -è bene ricordarlo- il Governo si assume la funzione legislativa, che costituzionalmente spetta al Parlamento, unico organo col necessario mandato popolare per esercitarla. Quindi assolutamente corretto e giusto l'operato del Presidente della Repubblica, il compagno Giorgio Napolitano, che si rifiuta di emanare il decreto vagheggiato dal Governo.
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Fase
Fase. Giorni balordi. Pioggia, caldo, sonno. Unico svago andare a fare la spesa. Previsione: non nevicherà questo fine settimana.
17 febbraio esame di Procedura Civile 2. Si va verso un esito molto improbabile.
Torneo 6 Nazioni. Il 7 l'Italia esordisce contro l'Inghilterra. Cucchiaio di legno: possibile. Intanto si è comprata la birra.
La caffettiera domestica è una maiala, e si dà allo squirting. Previsione: vittoria del centrosinistra alle elezioni di primavera. Non di quest'anno però.
[non so se è comprensibile, ma la forma è un po' un omaggio a Paul Beathens, alias compagno Paolo]
17 febbraio esame di Procedura Civile 2. Si va verso un esito molto improbabile.
Torneo 6 Nazioni. Il 7 l'Italia esordisce contro l'Inghilterra. Cucchiaio di legno: possibile. Intanto si è comprata la birra.
La caffettiera domestica è una maiala, e si dà allo squirting. Previsione: vittoria del centrosinistra alle elezioni di primavera. Non di quest'anno però.
[non so se è comprensibile, ma la forma è un po' un omaggio a Paul Beathens, alias compagno Paolo]
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4 febbraio 2009
Inaugurazione anno accademico alla Stranieri 2009
Il tempo passa, Frattini non è D'Alema, e anche il buffet risente dell'austerità da crisi. Ma l'inaugurazione dell'anno accademico all'Università per Stranieri di Perugia è sempre una bella cosa.
"E' grappa eh." Ma dai, non me ne ero accorto. Bah!
"E' grappa eh." Ma dai, non me ne ero accorto. Bah!
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3 febbraio 2009
Di Pietro sullo sbarramento
Ma quale cavolo è la credibilità politica di uno, Antonio Di Pietro, che ieri sera ha dichiarato apertamente di sostenere lo sbarramento al 4% per le Europee, e che "[l'Italia dei Valori] non si oppone allo sbarramento al 4% per le elezioni europee. (...) Il nostro sarà un voto a viso aperto, perché vogliamo mettere limiti alla frammentazione politica", e stamani dichiara invece che lui non c'entra niente, che "Io vorrei che non ci fosse questo sbarramento ma questa e' la scelta di Pdl e Pd.E quando i due partiti maggiori decidono (...) puoi urlare ma loro se ne fregano."???
Già la situazione è grave, ci manca solo che Di Pietro provi ipocritamente a mettere il cappello sulla protesta.
[ok, avrete capito che qua ormai si è in ostilità piena con Di Pietro]
Già la situazione è grave, ci manca solo che Di Pietro provi ipocritamente a mettere il cappello sulla protesta.
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