13 aprile 2009

Cosa dicon di me in Francia [o anche il contrario]

Di ritorno dalla terra al di là delle Alpi, dopo molti anni di assenza da quello che è il primo "estero" che qua ci si ricordi.
Un lungo anello tra Savoia, Borgogna, Champagne, Lorena, Alsazia e Franca Contea, salterellando allegramente gli spartiacque (sta diventando una fissa preoccupante quella di eccitarsi per uno spartiacque; però rega' è il top pensare che poche centinaia di metri determinino se sarà Senna, e quindi Atlantico, o Rodano, e quindi Mediterraneo; il massimo però in tal senso si raggiunge in Val Pusteria, nei pressi di Dobbiaco, dove passa lo spartiacque tra gli affluenti dell'Adige, quindi Adriatico, e Drava, quindi Danubio e Mar Nero: uhhhh!).
Di tutto un po': le Alpi nella versione letteraria del termine, bellissime campagne, cattedrali gotiche a ogni cantone, vigneti altisonanti, l'amico Vauban e i campi di battaglia di Verdun. Insomma, non ci si è fatti mancare nulla e tutto è stato estremamente piacevole.
Unica nota, la picchia: ecco, diciamo forse un po' sotto le aspettative. Con la rimarchevole eccezione però di Strasburgo. Sarà stato che era caldo, sarà l'influsso tedesco. Fatto sta che non sono stati mica stupidi gli europarlamentari a scegliersi Strasburgo.

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