5 novembre 2010

"Fratelli miei, non ci hanno vinti. Siamo ancora liberi di solcare il mare." Q, Luther Blisset


La confessione di Manelfi è bruciata. Gli uomini non sapranno mai che quelle poche pagine avrebbero potuto cambiare per sempre il corso degli eventi. I dettagli sfuggono, le ombre minori che hanno popolato la storia scivolano via dimenticate. Lenoni, piccoli chierici meschini, fuorilegge senzadio, sbirri, spie. Tombe anonime. Nomi che non dicono niente, ma che hanno incrociato le strategie, le guerre, le hanno fatte saltare, a volte con la testarda consapevolezza della lotta, altre volte per puro e semplice caso, con un gesto, una parola.
Sono stato tra questi. Dalla parte di chi ha sfidato l'ordine del mondo.
Sconfitta dopo sconfitta abbiamo saggiato la forza del piano. Abbiamo perso tutto ogni volta, per ostacolarne il cammino. A mani nude, senza altra scelta.
Passo in rassegna i volti a uno a uno, la piazza universale delle donne e degli uomini che porto con me verso un altro mondo. Un singulto squassa il petto, sputo fuori il groviglio.
Fratelli miei, non ci hanno vinti. Siamo ancora liberi di solcare il mare.
 
Dal finale di Q, il romanzo del collettivo Luther Blisset, successivamente noti come Wu Ming.
Gran libro Q, e grandi scrittori i Wu Ming.
Belle storie, soggetti interessantissimi (nella specie, un eretico che attraversa tutte le temperie dell'Europa scossa dalla Riforma Protestante, e il suo corrispettivo, l'inviato del Cardinale Carafa), e in più sono di sinistra, e i loro libri sono liberamente scaricabili e leggibili.


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