19 aprile 2011

Eversione

Il tanto vituperato articolo di Asor Rosa sulla necessità di un preteso "golpe democratico", nella piena condivisibilità dell'analisi, pecca casomai sulla vaghezza di ciò che si propone, che ha lasciato così spazio a tanto baccano da parte di commentatori di destra, "terzi" e anche non pochi "democratici", incentrati perlopiù sulla natura eversiva che avrebbe, in pratica, uno scioglimento delle Camere.
Bah.
Notizia di poco fa che Lassini, il candidato del PDL di Milano che aveva commissionato i manifesti sui magistrati brigatisti avrebbe ritirato la candidatura. Napolitano ieri diceva siamo vicini alla degenerazione.
Ahò, non siamo "vicini", la degenerazione c'è stata, e ormai da parecchio. Il Parlamento, tenuto in vita da un manipolo di deputati apertamente comprati, che esiste solo per votare scudi giudiziari di ogni sorta, disposto a sostenere le peggio stronzate, tipo la "ministerialità" dei reati commessi per far rilasciare Ruby. Un Berlusconi che nel giro di una settimana ha collezionato accuse di brigatismo alla magistratura, di esistenza di patti segreti con Fini, di una scuola pubblica cui bisogna levare i ragazzi perché sarebbe una sorta di lavaggio del cervello della sinistra comunista e via dicendo, e che rivendica mani libere e supremazia su ogni altro potere. Il finale del Caimano pareva fantascienza, è la realtà di ogni giorno. Eversione si chiama questa. Giorno dopo giorno, ci si è abituati a sempre peggio, ma tocca darglielo il nome alle cose. Eversione è. Non Asor Rosa che lo denuncia. E che, soprattutto, mette in guardia, affinché non si arrivi al "troppo tardi". Questo è il problema, non che sia un porco, o un delinquente corrotto.
Persa l'occasione delle elezioni anticipate, in primo luogo per l'incapacità delle opposizioni di trovare una minima piattaforma comune da contrapporre, non bisogna lasciarsi perdere la benché minima occasione. Intanto, lo sciopero generale(tto) del 6 maggio, quindi le amministrative, Milano in primis, in cui tutte le energie sono da dedicarci, credendoci.

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