21 aprile 2011

A un mese dall'intervento militare alleato in Libia, impressioni

E toccherà farlo un breve post sulla Libia.
E' da più di due settimane che lo si voleva scrivere. Ma tanto il punto è che stiamo sempre lì.

Impressioni dopo più di un mese dall'intervento militare alleato.

- E' una guerra a bassa intensità. Sono settimane che lealisti e ribelli stanno a fare avanti e indietro su poche decine di km, tra Brega e Adjabiya. Anche il numero dei combattenti coinvolti è esiguo, poche migliaia di uomini, ed esiguo il numero dei morti in combattimento, poche unità al giorno.
- Fallita l'avanzata dopo la prima riconquista di Adjabiya, pare chiaro che molto difficilmente i ribelli sono in grado di mettere in rotta l'esercito di Gheddafi; allo stesso tempo, Gheddafi non è in grado di provare a dare la zampata finale, poiché non gliene verrebbe data la possibilità.
- Passato il controllo alla NATO, l'impressione è che sia diminuito la pressione militare (e il che, visto l'andazzo francese, non è stato troppo un male). Tocca dare atto che effettivamente gli "effetti collaterali" sui civili sono stati finora contenuti veramente al minimo.
- Conferma del carattere assolutamente improvvisato della rivolta, nata ed evolutasi praticamente per caso; l'evidente impreparazione delle "truppe", disorganizzate e spontaneistiche, rende abbastanza risibili le teorie di chi vedeva fin dall'inizio la longa manus militare dell'Occidente (si vedano i castelli costruiti sulla presenza di fucili FN-FAL).
- Il "movimento pacifista" ha stentato e stenta non poco un po' per il disinteresse che ha rapidamente avvolto la vicenda, un po' perché partito troppo tardi, ex post, e viziato spesso da analisi della situazione sul campo parziali o aprioristicamente prevenute.

Prospettive.

Ah boh. Al momento, pare che possa andare avanti così per mesi. O aumenta l'intensità dell'impegno militare di Gheddafi, cui potrebbe corrispondere un nuovo aumento dei raid aerei, e magari i soldati lealisti si stufano di continuare a farsi ammazzare e si ribellano, oppure, se continua l'isolamento, più verosimilmente è da sperare un qualche colpo di stato interno, che indietro ormai nessuno può più tornare.
Grande è la confusione sotto il cielo...

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