In rapida successione, sta per essere varata l'ennesima manovra finanziaria fatta sulla pelle dei lavoratori, iniqua, fatta di ulteriori tagli ai servizi locali e tasse e balzelli indiscriminati. Che non eviterà di mancare, come le precedenti, gli "obiettivi" prefissati, stante l'evidente carattere raffazzonato delle misure, la totale mancanza di credibilità del governo, privo di una qualsiasi visione a medio termine, la contraddittorietà delle misure annunciate, per cui un giorno si parla di condoni e l'altro giorno di misure alla Visco. Non è una manovra fatta male nel merito, è più radicalmente una manovra dannosa, che porta ulteriore impoverimento e aggrava i problemi.
In più, capitolo a parte, l'art. 8, un provvedimento di una portata devastante, con cui si stabilisce che la contrattazione aziendale (quasi sempre effettuata in condizioni di assoluto squilibrio, per cui l'imprenditore è in grado - a tutti i livelli, si veda la Fiat - di imporre qualsiasi "accordo" ai lavoratori) può derogare non solo alla contrattazione nazionale, ridotta ormai a carta straccia, ma anche a normative fondamentali dell'intero diritto del lavoro, a partire dallo Statuto del 1970. Se passa la norma, questo governo fa realmente tornare indietro di 50 anni la condizione e le lotte dei lavoratori.
Questo governo se ne deve andare il prima possibile, frega un cavolo ormai delle leggi ad personam e via dicendo, ma per il bene di tutta l'Italia.
Questo governo se ne deve andare il prima possibile, frega un cavolo ormai delle leggi ad personam e via dicendo, ma per il bene di tutta l'Italia.
Sostegno pieno quindi allo sciopero generale odierno indetto dalla CGIL. E' un primo passo. Ma ne servono altri, continuativi, uno sciopero di 8 ore è uno strumento da solo del tutto insufficiente. C'è bisogno di un governo che inizi a tenere conto degli interessi dei lavoratori, non che gli vada contro. Manifestazione oggi, cui ne dovranno seguire molte altre, almeno di 24 ore, diffuse sul territorio. E' il momento che tutte le forze di opposizione (bella speranza), politica e sindacale, vadano alla prova di forza, alla pressione costante fino a che questo governo non se ne vada. Non è più possibile aspettare oltre.
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