Putacaso si interrompesse la "fase positiva dell'Oscillazione Artica", e si decidesse a fare un po' di neve (che ci stiamo seriamente a intristi', stanotte si sognava che era già maggio, e non aveva nevicato per tutto l'inverno), e putacaso qualche casuale lettore da Polino, Monteleone di Spoleto, Sant'Anatolia di Narco, Scheggino, Caso, Gavelli, la montagna tra la Valnerina e l'altopiano insomma, s'è mai pensato all'enorme potenziale della zona per il turismo di montagna invernale (non quello industriale e velleitario dello sci alpino, come sciaguratamente vogliono riproporre in Vallonina, ma ciaspole, sci da fondo, escursionismo invernale)?
Tutta la zona compresa tra la Pelosa e il Salto del Cieco, fino al Coscerno (e probabilmente anche oltre), passando per l'Aspra, il Monte Birbone e il Monte Motola, è tutto un susseguirsi di vallette in quota, collegate tra loro da una miriade di strade bianche, senza particolari pendenze, che conducono alle forche e si collegano tra loro, con splendidi panorami, in un ambiente ancora molto intatto e poco frequentato. Con un po' di segnaletica in più, e un po' di visione di insieme (tipo, in territori tra loro limitrofi e strettamente collegati, è abbastanza ridicola e insensata la mancata coordinazione in campo turistico tra i comuni -irredenti, chiaramente- ricadenti in provincia di Perugia e quelli, Ferentillo e Polino, della provincia di Terni), si potrebbe creare un comprensorio ideale per la montagna invernale.
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