Che di cavolate nel corso della sua segreteria ne ha fatte tante, a partire dalla continua rincorsa dei centristi, dal 2009 fino al giorno delle elezioni, ma è sempre rimasto una persona perbene, onesta e leale, e rispettosa dell'idea di un partito come comunità.
E bisogna rendergli atto dell'impegno profuso, dopo il voto, per cercare di formare un governo che, seppure a termine, fosse concretamente di cambiamento. Purtroppo il tentativo è fallito, tra i parlamentari grillini, dimostratisi finora una manica di cialtroni incompetenti, proni alle ubbie e allo sfascismo del capo, e il latente boicattaggio sia da parte di Napolitano, che soprattutto da gran parte del suo stesso partito, già proiettato alla resa dei conti congressuale e alla liquidazione del segretario: PD nel quale è emersa palese la larghissima componente contraria a ogni prospettiva a sinistra, la stessa componente che rivendica e vuole assoluta continuità con l'esperienza montiana e da oggi è in prima fila a spiegarci l'ineluttabilità e la convenienza del probabile governo Letta.
E l'errore sulla Presidenza della Repubblica è stato anche il frutto della ormai avvenuta delegittimazione della leadership interna di Bersani.
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