La condanna in primo grado a 7 anni per concussione e sfruttamento della prostituzione minorile di Berlusconi tange molto relativamente. Uno perché è una condanna in primo grado. Due perché che sia un delinquente ce lo si sa, ma non è questo certo il maggiore dei problemi che ha rappresentato e rappresenta per l'Italia. Tre perché la questione giudiziaria di Berlusconi è stata ed è tuttora un diversivo rispetto alle questioni politiche.
Semmai, risultano più importanti altri due di processi che lo vedono coinvolto, quello all'ex senatore dell'IDV De Gregorio, materialmente "comprato" da Berlusconi, e determinante nella caduta del governo Prodi, che ha richiesto il patteggiamento della pena, e la condanna per violazione di segreto d'ufficio sul caso Unipol, che tanto fango gettò all'epoca, indebolendoli, sui DS. Processi - e condanne - più gravi, perché non sono reati commessi "per conto proprio", ma di rilevanza politica, pubblica, condotte giudizialmente accertate e di rilevanza penale che hanno fattivamente influito sul quadro politico dell'epoca, sull'espressione del voto degli elettori.