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30 maggio 2009

Sulla proposta di un giorno solo per donne nelle piscine pubbliche

Una caso interessante ieri a Perugia.
La figlia dell'imam, ragazza italiana e di sinistra, e candidata a alle Comunali nelle liste di Sinistra e Libertà, in un'intervista ha dichiarato il suo impegno affinché una piscina comunale perugina assicuri un giorno a settimana l'ingresso riservato alle sole donne, così da permetterne la frequentazione anche a chi per ragioni religiose o di pudore la evita per ragioni di "promiscuità".
Boh che dire.
- certe esigenze, posizioni, sono ormai espressioni a pieno titolo delle variegate istanze della società italiana, non per forza di settori marginali e conservatori di "importazione"
- come deve regolarsi lo Stato in casi come questi? il fine delle organizzazioni pubbliche è appunto di assicurare tutela alle istanze che provengono dalla società, se ritenute degne di tutela: da una parte abbiamo un problema di pari opportunità, di un diritto all'accesso a un servizio pubblico, le cui condizioni di utilizzo però cozzano con le convinzioni morali di una parte della popolazione -sottolineiamo per evitare equivoci, una parte della popolazione italiana-, dall'altra però l'andare a istituire certe restrizioni cozza con aspetti della laicità e una certa idea dell'emancipazione femminile da modelli più "tradizionalisti"

[e alla fine, porettaccia 'sta ragazza, che a 10 giorni dal voto le è scappata per ingenuità questa idea, e adesso si ritrova sotto il tiro incrociaato da destra e da sinistra]

24 maggio 2009

Alternative

C'era una discussione secondo cui il Governo avrebbe i mesi contati, causa la disaffezione dell'elettorato cattolico. Mah. La valutazione pare improbabile (estremamente improbabile purtroppo), e già ci sarebbe molto da ridire sull'idea stessa di poter definire un "elettorato cattolico" come corpo sociale distinguibile.
Comunque.
Bella la storiella sull'affossamento prima ancora che nascesse di un Coordinamento straordinario delle Opposizioni. Il novello Fronte Popolare, che avrebbe la sua ragione di essere effettivamente a seguito delle ennesime derive plebiscitarie del Premier, che ripete come le Camere siano un inutile orpello e teorizzando l'appello al Popolo per un disegno di riforma (deriva plebiscitaria nel vero senso del termine) era stato teorizzato l'altro giorno da Vendola, di Sinistra&Libertà. Franceschini rilancia, limitandolo alle forze parlamentari, Pd Udc e Idv, persistendo quindi con l'idea suicida di marginalizzazione delle Sinistre. Di Pietro risponde che non è interessato (a che pro mischiarsi in un'iniziativa in cui non possa risaltare come unico protagonista?), l'Udc a questo punto chiaramente declina, che non vede la convenienza di diventare subito unico interlocutore del Pd. Bah!
Questo è il punto. Se anche veramente Berlusconi andasse in crisi, non c'è al momento nessun progetto alternativo che possa ambire a soppiantarlo.

2 aprile 2009

Emozione

Il compagno Sandro Pertini, già presidente della Repubblica Italiana.
Sinistra e Libertà!

 



1 aprile 2009

Sulla scelta di Salvi e Ingrao - che sempre di "voto utile" stannoparlando

Convince poco la scelta effettuata da due importanti rappresentanti della sinistra italiana, Cesare Salvi e soprattutto Pietro Ingrao, di appoggiare per le Europee il listone "comunista" varato da Prc e Pdci. Specialmente nel caso di Cesare Salvi, di Sinistra Democratica - Per il Socialismo Europeo, che addirittura giunge a candidarsi, portando con sé la sua storica componente Socialismo 2000. Cosa c'azzecchi con un raggruppamento che ha come punto fondante una orgogliosa rivendicazione di un'identità comunista -tocca dire, anche molto fine a sé stessa- non è chiaro.
In sintesi, il ragionemento portato avanti da Salvi e da Ingrao, che ha annunciato il suo voto per il raggruppamento comunista nonostante le molte divergenze con la linea ferreriana, è che in un momento così difficile per la sinistra italiana bisogna privilegiare soggetti politici che godano già di radicamento e di una buona organizzazione partitica. Sì il discorso è comprensibile, però è la riproposizione del concetto del voto utile che già tanti danni ha portato.
Per quanto sia difficile la sfida, è questo il momento di provare a costruire un partito di sinistra in Italia, che vada oltre a un identitarismo sterile, con la volontà e la possibilità di incidere sulla società italiana. E per realizzare questo obiettivo, c'è bisogno dell'impegno e del contributo di tutti, senza cercare scorciatoie.

Intanto, oggi pomeriggio ore 17.30 al Teatro Pavone, Perugia, ci sarà la presentazione ufficiale di Sinistra e Libertà. Presenti tra gli altri i compagni Fava e Vendola.

29 marzo 2009

Manifesti a Terni...

In vista delle amministrative, Terni comincia a essere ricoperta dai manifesti elettorali.
Con esiti vagamente grotteschi.
Si parte da una serie di manifesti, anonimi (ma facenti capo al Pd e a Di Girolamo), in cui delle sagome evanescenti, e vagamente iettatorie delle sorti del centrosinistra e di una certa identità ternana di cui si fanno portavoci, propongono slogan quali "Io faccio l'acciaio, mica i cioccolatini". 'Ca tro'!
A lato, due figli travestiti da geometri affermano di voler riprogettare Terni (anch'essi anonimi; centrodestra?).
Il buon vecchio Melasecche invece già fa campagna a tamburo battente, e accanto a raccomandazioni da buon padre di famiglia ai giovani ("Chiediamo impegno, riconosciamo il merito") promette il ritorno all'ordine con una sua eventuale sindacatura dopo anni di caos.
A lato, un manifesto su una "iniziativa culturale" denominata appunto "Caos" (Centro per le Arti Officine Siri).
A chiudere in bellezza, anch'esso emblema dei tempi che corrono, un manifesto di Sinistra e Libertà per un'iniziativa politica. Tutto rosso, ma così malridotto dopo una giornata di pioggia da essere ormai stinto e trasparente...

14 gennaio 2009

La necessità della scissione

C'è nell'attuale situazione politica italiana un'urgenza improrogabile di costruire un partito (non "soggetti", "associazioni" e "movimenti", ma un partito) di sinistra per la sinistra. Per tutti coloro che non si rassegnano a confluire e non condividono la scelta strategica del Partito Democratico, e ancora hanno ben presente che Di Pietro e l'Italia dei Valori con la sinistra hanno poco a che fare.
In quest'ottica, la linea politica emersa dal congresso del Prc di luglio, settaria e autoreferenziale, è del tutto inutile. La prospettiva più ampia che si riescono a porre è un cammino unitario col Pdci, come se il riferimento all'identità comunista abbia ancora un qualche significato reale.
Bene quindi fa la componente "vendoliana" a prepararsi alla scissione. La modalità è sicuramente traumatica, e capisco le difficoltà anche emotive di un militante ad abbandonare il proprio partito, ma allo stato attuale di cose purtroppo la scissione è l'unica strada per poter provare a costruire insieme ai compagni di Sinistra Democratica un partito che, riprendendo le parole di Claudio Fava, riesca a superare la concezione della sinistra come un qualcosa da declinare con aggettivi come riformista, ambientalista, comunista.
I tempi sono più che maturi. Facciamolo.