E' stata presentata sabato la lista di sette assessori componenti la nuova giunta regionale dell'Umbria, a guida Marini. Sette, a cui dovrebbe aggiungersene un altro, esponente di Prc-Pdci.
Oggettivamente, un po' di problematicità ci sono.
E' da premettere la difficoltà della composizione, che deve bilanciare la rappresentanza di partito (e di corrente, per il Pd) con il principio di territorialità.
Sui partiti, gli assessori saranno cinque democratici (Riommi di Foligno, Cecchini di Città di Castello e Rossi di Terni per i bersaniani, Tomassoni del Lago e Bracco di Perugia per i franceschiniani), un socialista, Rometti, di Perugia, e una dell'Idv, Casciari, anch'essa perugina. In più, in attesa di un rappresentante della "sinistra radicale".
Su questo poco da dire, bilanciamento preciso, giusto i "mariniani" del Pd magari si lamentano.
Il problema si pone sulla rappresentanza territoriale. Poco da dire, un solo consigliere su 7 per l'intera provincia ternana è troppo poco.
In parte si intreccia con la scelta dei franceschiniani, Tomassoni invece di Brega.
In parte con le polemiche interne a Rifondazione.
Il Comitato Politico Regionale del Prc ha infatti designato come membro per la giunta Vinti, il segretario regionale. Decisione a maggioranza, contrari importanti esponenti come Goracci e Stufara.
Solo che, in primis Vinti a febbraio polemizzò non poco contro la Marini, appoggiando piuttosto apertamente Bocci alle primarie; in secondo luogo, un quarto rappresentante non di qualche territorio della provincia, ma proprio anch'egli di Perugia, beh, è francamente un po' eccessivo. Ragioni per cui la Marini ha rifiutato il suo nome.
E adesso... problema ancora aperto...