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7 febbraio 2009

No alla strumentalizzazione del caso Englaro, in difesa della democrazia

La cosa grave e preoccupante, è che il caso Englaro è semplicemente diventato per Berlusconi un mero pretesto per poter affermare la sua pretesa di poter governare senza limiti e senza controlli, in maniera assoluta, sciolta ossia da ogni vincolo costituzionale.
Invito tutti coloro che rifiutano la fine delle cure per Eluana di non lasciarsi strumentalizzare, e di guardare oltre il caso umano in questione per vedere che giochi ci sono dietro.
Rischiamo di essere di fronte a un bivio fondamentale della democrazia italiana.

25 gennaio 2009

Retorica

Mi sa che sono un alfiere della retorica del pane, vino, carne di maiale e pecorino.
Beh sono un redneck.

[comunque il Berlusconi odierno, secondo cui per combattere gli stupri "servirebbero tanti soldati quante sono le belle ragazze", è più imbarazzante del solito]

22 gennaio 2009

Sviluppo

L'intervento di Berlusconi sulla recessione, secondo cui un calo del 2% del Pil non sarebbe tanto grave che in fondo sarebbe come tornare a due anni fa, come se recessione non significhi grave crisi economica e perdita di posti lavoro, sfiora però un punto che bisognerebbe approfondire.
Ossia che allo stato attuale è da superare la concezione dello sviluppo economico fondata sull'incremento forzato, costi quel che costi, del Pil. In paesi come l'Italia s'è oggettivamente raggiunta la possibilità di un buon benessere diffuso. Per cui non c'è l'esigenza pressante della crescita economica. I problemi fondamentali a questo punto diventano quello dell'equità, della redistribuzione della ricchezza prodotta -perché da troppi anni i frutti della crescita della ricchezza del paese vengono ripartiti tra quella che rimane ancora una minoranza della popolazione-, e quello della qualità dello sviluppo economico, che tenga conto del fatto che non si può badare esclusivamente ai criteri del profitto -si vedano ad esempio gli impegni continuamente elusi dalle industrie e dai governi per la riduzione delle emissioni di Co2-.

11 dicembre 2008

Abiura dei tentativi di analisi politica di Berlusconi

Un paio di settimane fa si ragionava su come il Governo fosse intenzionato a rifare la faccia buona, cercando di rifregare le opposizioni con la storiella del dialogo, approfittando di un periodo di relativa "calma sociale".
Ieri invece ci ritroviamo (nonostante le larghe, molto larghe aperture del Pd sulla Giustizia) un Berlusconi che sbraita di marxismo-leninismo, cambiamenti a maggioranza della Costituzione.
Al diavolo ogni tentativo di analisi politica della strategia berlusconiana.
Questa continua incoerenza e queste sfuriate oggettivamente sono solo senilità.

16 novembre 2008

Premier adolescenti (anzi, adolescenziali)

Il Presidente del Consiglio afferma di avere "la gagliardia di un ventenne".
Beh, io è da quando avevo 17 anni che non sono più gagliardo.
Per essere più precisi, si "stava come le bestie".
Riprendendo un discorso di poco fa, ecco, forse quella era l'adolescenza.

20 aprile 2008

Due pesi e due misure

Viva l'accanimento terapeutico, se malauguratamente Napolitano je pijasse 'che cosa nei prossimi 5 anni, ovverosia prima della scadenza simultanea del suo mandato presidenziale e della legislatura corrente.
Giorgio Napolitano non deve manco sognare di potersi permettere di morire anticipatamente, checché ne pensi la Natura.
nicola_ds contro la dignità umana e le proprie convinzioni personali, pur di evitarsi un Berlusconi al Quirinale!
E adesso facciamo tutti assieme un bel gesto apotropaico di scongiuro.

19 aprile 2008

Aerolinee

Berlusconi cerca di riaprire la questione Alitalia, provando a sostenere con Putin un'eventuale opzione Aeroflot.
Vabbe', sempre pensato e si resta dell'idea che mettersi a fare campagna elettorale e rimandare le scelte per l'Alitalia sia solo il modo per portarla sempre più velocemente al fallimento.
Però per quanto improbabile tocca dire che avere sugli aerei nostrani il logo falcemartelloso dell'Aeroflot e andare in giro con vecchi Antonov e Tupolev darebbe gusto assai.

16 aprile 2008

Analisi e autocritica

I dati
Il Partito Democratico è andato molto sotto le attese. Attese che per qualcuno arrivavano persino alla vittoria, e per molti erano di una sconfitta onorevole alla Camera, e il "sabotaggio" del Senato con almeno un quasi pareggio. Invece col 33,2% dei voti vuol dire che si è rimasti piantati al 2006, facendo il pieno come al solito solo nelle regioni rosse in cui si può contare su quella che era la presenza organizzativa diffusa dei Democratici di Sinistra; tutti i sacrifici e i bocconi amari ingoiati invece per cercare voti nell'elettorato moderato (Calearo per fare un nome a caso) sono stati invece piuttosto inutili, o comunque hanno determinato avanzamenti minimi vanificati da uscite verso Italia dei Valori o peggio a destra.
Sinistra Arcobaleno. Veramente un disastro incredibile. Specie nelle regioni come l'Umbria, dove sono arrivati a perdere il 75% dei voti. Sicuramente in parte è una perdita virtuale, però questa virtualità porta a escludere dalla rappresentanza politica forze che avrebbero qualcosa da dire. Dove sono andati i voti? In parte astensionismo, in parte a ingrassare lievemente il Partito Democratico o, per gli irriducibili antiveltroniani, l'Italia dei Valori. Molti sono stati gli errori della dirigenza della SA, a partire dalla candidatura stessa di Bertinotti, non certo il leader più adeguato per questa campagna. Si è pagato poi il non essere riusciti a presentare un vero progetto politico, come per contro tocca rendere atto a Veltroni, ma solo un cartello elettorale a scopo di sopravvivenza. E l'aver impostato la campagna in maniera troppo conflittuale anziché competitiva, specie verso il Pd. Questi i fattori che hanno impedito di guadagnare nuovi voti. E anzi a perderne, specie combinati con il miraggio del voto "utile", alimentato (ad arte o con convinzione, questo è da vedere) dal Partito Democratico, per cui larga parte dell'elettorato della SA ha scelto di votare comunque l'alleanza Pd-Idv nella speranza malriposta di riuscire a competere per il raggiungimento del premio di maggioranza ed evitarsi, se tanto toccava stare all'opposizione, a doverla fare a un gioverno Berlusconi.
[per chi ha un po' di tempo da perdere, vada a vedere un po' di dati sul tracollo dei partiti della SA in Umbria, che c'è roba ai limiti dell'incredibile]
Italia dei Valori. Nel centrosinistra, l'unico partito con un vero risultato positivo, alimentato da una quota di voti antiveltroniani provenienti dalla Sinistra, e soprattutto dal clima "antipolitico" dell'ultimo anno, che hanno fatto guadagnare un credito politico assolutamente immeritato per un partito personale vagamente conservatore senza una vera progettualità politica, che in un paese normale (ossia senza Berlusconi) starebbe senza dubbio saldamente a destra.
Udc. Oggettivamente ha retto bene una situazione sicuramente difficile, riuscendo a resistere alle sirene del voto utile grazie forse anche a una quota di elettorato ex Margherita. Certo eh, se toccava superare lo sbarramento regionale al Senato solo per fare eleggere Cuffaro, potevamo anche tutti risparmiarcelo.
Maggioranza. Tutto nelle aspettative nel complesso, tranne il raddoppio della Lega Nord. Non so e non voglio indagare sulle ragioni di un tale successo, in proporzione anche in regioni come l'Umbria. Però so solo che è veramente preoccupante.
Ho evitato i Socialisti per pietas.

Prospettive
Per la Sinistra italiana sono nere. E' il punto peggiore raggiunto nella storia repubblicana. Si tratta di ricostruire da capo una cultura di sinistra in Italia, ricercare l'egemonia, tornare a rappresentare i ceti popolari, ricostruire soggetti politici di massa. Se vogliono farlo i partiti della Sinistra Arcobaleno, devono cambiare radicalmente, che sono tutto tranne che di massa, e troppo spesso scadono nel massimalismo senza dare rappresentanza degli interessi di cui si ritengono portatori. Il Partito Democratico allo stesso modo è a un bivio, e deve ridiscutere molte delle scelte fatte fin ora dal gruppo dirigente veltroniano, a meno che non voglia essere un partito tendenzialmente moderato sostenuto dal voto dell'elettorato post comunista.

Insomma il lavoro da fare è tanto e di portata storica, le premesse scarseggiano e i leader anche.
Parafrasando Mao, tutto va bene.

13 aprile 2008

A sette ore dall'inizio del voto

Giunti ormai all'ora triste dell'apertura dei seggi elettorali per le elezioni politiche 2008, considerazioni sulla campagna elettorale conclusasi venerdì sera a mezzanotte.
E' stata atipica rispetto alle altre vissute fino ad ora. Rispetto al 2001 e al 2006, molto più breve. Causa elezioni anticipate, si è svolta in due mesi scarsi, mentre le altre volte di fatto era partita ancora in autunno. Estremamente polarizzata poi su Partito Democratico e Popolo della Libertà, con gli altri soggetti politici oggettivamente penalizzati ed emarginati, con una tendenza (perniciosa) all'instaurazione di un bipartitismo coatto.
E' stata una campagna anomala però soprattutto per i temi trattati, anzi, non trattati. Gli unici argomenti di dibattito sono stati prima il discorso sulla "utilità" del voto, quindi l'Alitalia, oggetto di indebite speculazioni elettoralistiche, infine la presunta incapacità dell'elettore medio italiano di capire che tocca mettere la croce su un solo simbolo... Solo negli ultimi 10 giorni si è alzato un po' il clima, con qualche sparata nel complesso trascurabile. I partiti maggiori stavolta neanche si sono presi la briga di riportare promesse, più o meno fasulle, sui manifesti elettorali.
Veltroni è oggettivamente riuscito a condurre una buona campagna, ha ottenuto visibilità, è riuscito a dettare l'"agenda". Ma impostandola in fondo tutta sull'adesione ideologica al progetto del Partito Democratico, più che su programmi più o meno caratterizzanti.
La campagna di Berlusconi è stata incredibilmente sottotono, o per la sicurezza data dai sondaggi, o per una stanchezza dell'uomo.
Personalmente, l'ho trovata una campagna triste.
E fastidiosa per l'uso massiccio dei banner su internet da parte dei vari schieramenti.
Prospettive: dalle parti del Pd di ottimismo se ne è visto tanto, reale, e a tutti i livelli. E' anche vero che qualunque sia l'esito finale alla Camera, quasi ogni risultato sarà comunque spendibile positivamente se considerate le condizioni di inizio febbraio. Oggettivamente una vittoria alla Camera pare molto improbabile, mentre al Senato il risultato è facilmente in bilico. Quali potrebbero essere gli sviluppi con una doppia maggioranza parlamentare, è impossibile dirlo. Ed è meglio forse neanche pensarci.
Per la Sinistra Arcobaleno la situazione pare difficile. L'argomento-ricatto del voto utile solo al Pd contro Berlusconi è forte, e molte sono le incertezze per una formazione costruita in due settimane per la necessità elettorale di evitare l'estinzione parlamentare di una serie di distinte tradizioni. E c'è il rischio di ulteriori emorragie a sinistra, verso i settari frazionisti (fatemi usare questa terminologia per una volta!) delle ex minoranze di Rifondazione Comunista.
A destra, c'è l'incognita dei voti di Alleanza Nazionale. La concorrenza de La Destra è forte, nei confronti della classe dirigente finiana praticamente scomparsa nel corso delle elezioni.
Grossi spazi per l'Udc non credo ci siano, l'elettorato centrista puro ormai è ridotto a poca cosa, il grosso s'è polarizzato ormai da anni (a destra...)
Lasciamo stare per pietà il Partito Socialista...

Il sottoscritto... come va, va male. Certo, può andare male o può andare peggio, e naturalmente mi auguro che se è che vinca Veltroni. Fatto sta che però mi ritrovo a neanche otto ore dall'inizio delle votazioni ancora indeciso, e con una serie di buone ragioni per non votare né Partito Democratico né Sinistra Arcobaleno. Però qualcosa toccherà scegliere.

Buon voto a tutti.

4 febbraio 2008

Veniamo da lontano, e andremo (?) lontano...

Franco Marini nonostante l'appoggio di una Camera e delle forze sociali tutte ha dovuto rinunciare all'incarico di formare un governo per varare una nuova legge elettorale, lo scioglimento delle Camere è imminente e le elezioni dovrebbero andare a inizio di aprile.
Di ciò toccherà chiedere conto a Silvio Berlusconi e dei due smidollati Fini e Casini, che si sono scientemente assunti la responsabilità di non aspettare i due mesi che avrebbero permesso di avere una nuova legge elettorale che quantomeno avrebbe sottratto le coalizioni ai ricatti e ai capricci di partiti che neanche sono partiti, ma meri gruppi di potere.
Toccherà chiedere conto di questo, e purtroppo probabilmente di tante altre cose. E andrebbe bene forse se si avrà la possibilità di presentarlo questo conto.
L'unica cosa positiva di una campagna elettorale fisicamente difficile e del voto a inizio aprile è che si combina bene con gli esami...
E bisogna continuare ad aspettare, sperando che si chiariscano in tempi brevi idee identità e alleanze, e sperare con tutto il cuore che non alligni la malaugurata idea di Costituenti che vadano a riscrivere la Costituzione.


29 gennaio 2008

Die elektoralenlegen reload

Si è costretti a tornare sulle precedenti posizioni con riguardo a un tema già trattato altre volte, quello della legge elettorale proporzionale. Sempre avversata per convinzioni di stampo bipolare e maggioritario, per il timore che una legge proporzionale potesse riaprire la strada a ipotesi di tipo centriste e al superamento dell'ottica dei due schieramenti contrapposti. Ora che la fine dell'Unione pare cosa assai probabile, e di fronte al problema delle elezioni anticipate, bisogna fare marcia indietro.
L'esigenza immediata di tutti è poter andare a elezioni in maniera serena, con una nuova legge elettorale che riesca a escludere presenze distruttive di partitini-gruppi di potere come quelli che hanno affossato questa legislatura. Dato che alternative percorribili non ci sono, almeno nel breve termine, una proporzionale con uno sbarramento al  5% è l'unica proposta su cui in tempi rapidi tutti i partiti medio-grandi di entrambi gli schieramenti possono trovare un accordo.
Il pallino però disgraziatamente pare essere nelle mani di Berlusconi, tornato a essere da un giorno all'altro il padrone incontrastato della rinata Casa delle Libertà. E fargli un discorso di richiamo alla responsabilità e al bene comune pare essere cosa del tutto inutile. Anzi, tocca sorbirsi i vari capetti di Forza Italia che blaterano di responsabilità del centrosinistra che non ha fatto la legge, quando le ripetute (ed eccessive) offerte di dialogo per settimane venivano nel giro della stessa giornata accettate, respinte, e infine rilanciate con posizioni e proposte di volta in volta nuove.
Per fare un governo istituzionale bisogna trovarli questi voti in Parlamento, nel peggiore dei casi anche solo dell'Udc che quantomeno mostra di aver capito la gravità della situazione e della necessità di agire di conseguenza. però si capisce la difficoltà politica di Casini di prendersi la responsabilità di porre il partito in rotta di collisione con Forza Italia. L'unica cosa positiva è che per una volta la posizione è la medesima dei cd. poteri forti, con Cei e Confindustria che spingono anch'esse per la riforma elettorale prima del voto.
Plauso particolare per l'incredibile coerenza di Alleanza Nazionale, dove il sempre sorprendente Gianfranco "Skinner" Fini è riuscito a passare nel giro di un mese dagli insulti agli abbracci con Berlusconi, e può al contempo sostenere la causa del referendum contro il Porcellum e definire la necessità di una legge elettorale che la modifichi "un'inutile perdita di tempo".

25 gennaio 2008

Il giorno dopo

Che si può dire in una mattinata come questa? Tocca dire che manca la rabbia, c'è rassegnazione per quello che è successo, il tradimento era comunque ormai annunciato. Ma rimane una profonda amarezza.
Amarezza anzitutto per tutto ciò che non si potrà fare, e rimpianto per ciò che colpevolmente non s'è fatto subito. Sul da farsi innanzitutto le politiche attive di sostegno del potere d'acquisto e dei redditi dei ceti popolari. La ricerca dell'equità sociale che sarebbe dovuta essere la priorità della legislatura. E la normazione rimasta nel limbo dei diritti civili e dei temi etici. Rimpianto per non avere immediatamente provveduto a regolamentare i temi del conflitto d'interessi e di rottura degli interessi monopolistici dell'Italia.
Amarezza poi, e soprattutto, per quella che probabilmente rappresenta la fine del progetto del centrosinistra inteso come Unione, l'alleanza larga della parte progressista del popolo italiano. La ricerca di quell'Unità che pareva potesse rappresentare una svolta culturale e morale per l'Italia. Tutti hanno contribuito ad affossarla: la sinistra cd. radicale con una serie di velleità e di antagonismi a prescindere, i Ds e la Margherita con la costituzione di un nuovo partito che ha spesso solo aumentato la conflittualità con le ali e giocato, quantomeno in apparenza, un dualismo di interessi dannoso per quelli del governo, e soprattutto una pattuglia di squallidi trasformisti centristi, peggiore espressione del potere per il potere, che ha materialmente affossato il Governo in Senato.
Ciò che poi è più scandaloso di questa crisi è che, oltre ad andare completamente contro gli interessi generali, è che non è nata da un problema politico. Se si fosse aperta sulla politica estera, o su quella economica della finanziaria, già era più accettabile. Non condivisibile ma comprensibile. Questo è stato puro e semplice tradimento.
L'avvenire. La speranza è che si riesca a rimandare le elezioni quantomeno fino a giugno. Ci si accordi per una proporzionale con sbarramento al 5%, i numeri volendo ci sono, non è certo la migliore legge possibile ma è l'unica strada percorribile e utile al momento. Il voto in aprile con questa stessa legge sarebbe ancor più disastroso come esito elettorale per il centrosinistra, e riproporrebbe ancora gli stessi problemi di ricatti e ingovernabilità, riportando sempre la stessa gente in Parlamento.
Comunque è buia a prescindere, l'Unione è probabilmente sgretolata e senza possibilità realistiche di vittoria, che andrebbe a un centrodestra comunque privo del tutto di un progetto che non siano i soldi di Berlusconi, in preda a contraddizioni spaventose. Poi vabbe', la caratura di gente come Fini che per due mesi non ha fatto altro che insultarsi reciprocamente con Berlusconi, e adesso è di nuovo là a tirare l'acqua al pozzo la conosciamo.
Onore al coraggio e all'impegno di Prodi, che ha voluto andare fino in fondo.
E ignominia imperitura per Turigliatto, Mastella, Barbato, De Gregorio, Dini, Fisichella, Scalera.

21 dicembre 2007

Prospettive lavorative

Con molta finezza, il Silvio Berlusconi spiega a noi villici come fare a lavorare in Rai:
caso A - sei di sinistra
caso B - sei raccomandato
caso C - la cacci a tutti (note: tendenzialmente devi essere una donna, e gradisci essere considerata una prostituta)

Ritrovandomi nel caso A, e se è vero che la compagnia lavorativa sarebbe del caso C, beh mi sa che potrei aver trovato la mia strada.

19 novembre 2007

Partito del Popolo delle Libertà etc.

Al di là dell'ovvia stronzata dal punto di vista politico-organizzativo, non è però da escludere che Berlusconi l'idea l'abbia calcolata per giocarsi senza impicci di sorta con Veltroni e il Pd le "riforme istituzionali" (e indirettamente per levarsi di torno per vie traverse Prodi).

18 novembre 2007

E a li cunti vennero li pianti?

Dopo il fallimento politico della strategia oltranzista degli ultimi mesi di Berlusconi e Forza Italia, che volenti o nolenti si sono trascinati dietro tutti gli alleati, pare che quest'ultimi si siano stufati, e vogliano presentare il conto al Capo (con tanto di echi fassiniani "o si cambia o si muore", da parte di Fini, sebbene che con Gasparri e simili avoja a cambiare...).
Sarà la volta buona? Non sarebbe male, purtroppo la caratura politica dei soggetti in questione non dia troppe speranze, che già troppe volte l'abbiamo fare la voce del leone, e comportarsi come pecore.
[ah il buon vecchio Fini/Skinner dei primi giorni di questo blog...]

3 ottobre 2007

Considerazioni generali

Vista l'allegria con cui è iniziata la giornata, facciamo qualche considerazione sulla situazione politica di questi tempi.
Se avesse ragione il vecchio Mao, andrebbe tutto bene. Però parrebbe che il vecchio Mao troppa ragione non ce l'abbia avuta.
Nell'area massimalista (non radicale prego, che Rc e Pdci certi aggettivi manco se li meritano) pare che siano venute meno tutte le motivazioni a collaborare all'interno dell'Unione. Continuano a
ventilare minacce sul protocollo del welfare con scarso esercizio di onestà intellettuale. L'area del futuro Pd continua a farsi le sue belle masturbazioni intellettuali sul nulla. L'area centrista dell'Unione vuole svoltare giustamente al centro, lasciando le ali. Qui tale ragionamento si sa lascia il tempo che trova.
Di base, è venuto del tutto a mancare lo spirito, la voglia del governare assieme. Nessuno più ragiona con prospettive più lunghe della prossima primavera, quando difendere l'operato passato presente e futuro, oltre che essere da difendere nel merito, diventa una necessità per le sorti politiche del centrosinistra tutto, oltre che quelle nazionali.
A destra la capacità progettuale è in realtà ancora più breve (del tutto nulla a essere sinceri). Tutte le speranze di un anno fa su uno sbandamento della Casa delle Libertà purtroppo sono tutte miseramente  fallite. O meglio, sbandati lo sono, ma paghiamo la scarsa statura di pretesi statisti quali Fini e Casini, che sono riusciti nell'impervia impresa di riuscire a rimettere saldamente in sella Berlusconi.
Ci si aggiunga che, chissà perché, c'è una certa insoddisfazione nel paese, cavalcata da personaggi di ogni genere dalle proposte splendide et progressive.
Andiamo a farci la pasta 'va.

13 giugno 2007

Escursionismo

Berlusconi: "Dopodomani al Quirinale".

E gìtce fioli.

2 aprile 2007

Nota Cei e voto Afghanistan (conseguenze del)

Cerchiamo di tornare a parlare di qualcosa di serio, dopo lo sbracamento di questi ultimi giorni (la scusa è perché ero stanco).

Nota della Cei ai politici cattolici.
Ho sempre considerato un errore gravissimo il "cattolicesimo politico", i partiti che si richiamano a un (qualsiasi) credo religioso, l'esperienza del Partito Popolare e della Dc e delle varie correnti "teo-". La cosiddetta rappresentanza politica dei cattolici è un'aberrazione da quel che dovrebbe essere la democrazia, la religione è una cosa che viene prima e a prescindere dalla politica, ed è una forzatura che genera solo equivoci e tensioni il voler stabilire quale deve essere la posizione politica di un cattolico.
E senza tirarla troppo per le lunghe, una nota come quella della settimana scorsa è irricevibile, è pura politica fatta da un organo, la Cei, senza un briciolo di legittimazione politica e democratica. E senza tirarci troppe seghe sulla difesa dei valori della famiglia che non serve troppa onestà intellettuale per ammettere che stiamo parlando di due cose ben distinte. Ultima osservazione: ce ne si rende conto che forse se una coppia non si decide a mettere su famiglia è in primis perché oggi spesso non si hanno le sicurezze economiche e sociali per poterlo fare?
[manco commento i paragoni con incesto e pedofilia]

Voto sull'Afghanistan e sue conseguenze.
Poteva essere l'ennesima rogna per l'Unione. E invece, per completa miopia politica, è stato il disastro, forse la fine della Casa delle Libertà. Posizione quella di Berlusconi, il voto contrario, assolutamente immotivabile. Era il rifinanziamento della missione così come erano stati loro nel 2002 a varare, tutte le stronzate su cambiamento della situazione dopo Mastrogiacomo erano e sono assolutamente pretestuose. Volevano fare la spallata, 'sti cavoli che se fosse passata zompavano tutte le altre missioni all'estero. Questa è la famosa opposizione responsabile. Qualcuno, da destra, mi ha detto che non esiste l'opposizione responsabile, ma solo quella tout-court, contraria a prescindere, ed è la maggioranza che deve essere sempre autosufficiente. Vabbe', se questa è la vostra cultura politica, molte cose si spiegano. Ricorderei solo che nella precedente legislatura, quando il centrosinistra avrebbe potuto fare sempre l'irresponsabile vista l'irrilevanza numerica che aveva, provvedimenti come il rifinanziamento delle missioni all'estero li votò sempre; anzi, arrivò persino a votare a favore dell'Iraq una volta che questo non era stralciato dalle altre missioni.
E mo' sono cavoli loro. Che finalmente pare che l'Udc si sia deciso veramente ad autonomizzarsi. Senza che ci facciamo troppe illusioni. Che anzi forse è anche più insidioso un Udc con le mani libere. Ma almeno un po' di buonsenso in più pare che sia in circolazione.

1 febbraio 2007

Va a fa' lu sugo!

Per me, Berlusconi non doveva rispondere alla lettera della moglie, ma avrebbe dovuto andarle là, e dirle:
- Ahò come te permetti cazzu scrivi guarda che io so' omo va a fa' lu sugo!

Purtroppo io e Berlusconi non la pensiamo nella stessa maniera.

[si apprezzi il raffinato uso del suffisso femminile -le invece che -gli o -je. Vabbe' nel parlato "le" non lo userei mai, ma qui per voi gentili lettori cerco di impegnarmi]

27 gennaio 2007

Diritto di successione (Gianfranco Fini come Seymour Skinner?)

Berlusconi ieri ha dichiarato, riguardo a chi verrà dopo di lui, che Fini sarebbe degno di essere suo successore [ndr: che culo!]. Sappiamo che la dichiarazione ha poi sollevato un buon numero di polemiche etc.
Mo' mettiamoci a fa' un po' di dietrologia: "ma cosa avrà voluto dire???"
Ipotesi 1: l'ha detto perché non gliene frega niente in realtà di chi continuerà la sua opera politica, che tanto per diversi anni ancora conta di restare lì dov'è; però in questa maniera conta di castrare definitivamente le velleità di indipendenza di Gianfranco Fini. Riguardo il quale però qui si è sempre dubitato molto del fatto che i coglioni ce li abbia mai avuti. Appunto Gianfranco Fini mi fa tanto direttore Skinner.
Ipotesi 2: sapendo che logica vorrebbe che Fini sia papabile, foss'anche per questioni anagrafiche, alla sua successione, Berlusconi novello Urano gli brucia con molti anni d'anticipo la candidatura, non sopportando l'idea stessa che ci sarà qualcheduno dopo di lui.

Il pensiero sorge d'un tratto: e Pierferdi, che a dicembre minacciava sfracelli? A gennaio l'avrò sentito nominare un paio di volte a dir tanto. Boh...