La nota canzone "Il cammello e il dromedario", a meno che non sia un improbabile inno antitabagista (dando un colpo a cerchio e uno alla botte contro la Camel, che abbina il nome cammello all'immagine del dromedario), è rea di inutile se non dannoso pauperismo rassegnatario nel solco del "poveri ma belli". Insomma, conservatorismo compassionevole reaganiano.
[oltre a diffamare il dromedario, che francamente mi sa un passo avanti rispetto al cammello]
Il cammello e il dromedario
In un deserto un giorno s'incontrarono,
senza volerlo per caso si guardarono,
un dromedario ricco, ed un cammello povero.
Si salutarono, si oltrepassarono,
poi si fermarono, ci ripensarono,
e ritornarono, si riguardarono, e il dromedario disse così:
Bè, perchè, tu ci hai due gobbe ed io ne ho solo una perchè?
Mi guardi imbambolato dalla duna perchè,
continui a masticare e non rispondi, dammena una,
se me la vendi una fortuna ti darò!
Ed il cammello essendo bisognevole,
per un momento si dimostrò arrendevole,
poi si guardò le gobbe, con occhio lacrimevole.
E allor ci ripensò, e se le riguardò,
la testa dondolò, e poi la sollevò, lo sguardo corrucciò,
e il petto si gonfiò, e al dromedario disse così:
Sai che c'è, io resto con due gobbe e tu con una perchè,
non me ne importa della tua fortuna perchè,
son povero ma bello e nerboruto,
e dalla duna io ti saluto e con due gobbe me ne vò!
La, la, la... Così si riconferma che il cammello è bigobbuto,
e il dromedario monogobba resterà!