26 aprile 2013

Il 25 Aprile è morto?

Si chiacchiera sul 25 Aprile che sarebbe morto.
Sèè vabbe'.
Per carità, al netto di certa insopportabile retorica (come a Terni, che si è dovuti ascoltare, dopo il saluto alle autorità civili politiche militari e religiose - ricordarsi che magari ci sarebbero le associazioni partigiane... - prima un pensiero ai poveri due marò, quindi una tirata su Napolitano e la saggezza delle larghe intese).
Ma il 25 Aprile, anche se retorico, annacquato, contestato, non condiviso, è vivo.
E' l'unica vera festa nazionale, in cui l'Italia, o anche solo una parte di essa, veramente ricorda e festeggia qualcosa di importante che fa parte della sua identità. 
E' di parte, ma così deve essere, si festeggia l'Italia che fece una scelta, necessariamente di parte. 
E' quando anche il fare una scampagnata, una grigliata assume un significato politico.
E infine, è una festa, nel senso proprio del termine.
Che, riprendendo le parole del compagno Filipponi,
«Qualche volta è necessario divertirsi pure per qualche ora. Ciò serve anche, specie ai giovani, per raddolcire l'animo. Non si possono passare i mesi e mesi a pensare al servizio di guardia e sparare con il mitra, la bomba o la mitragliatrice. Malgrado la fede che ci anima - afferma con forza il Comandante -, malgrado la giustezza della nostra lotta armata, in quanto mira non soltanto a ridonare la libertà al popolo e l'indipendenza alla nazione, ma anche ad accelerare la fine della guerra, con il fermo proposito che di guerre non se debbono più fare, occorre se pure per poche ore lo svago, il diversivo. Altrimenti si potrebbe cadere alla aberrazione. Divertitevi perciò cari compagni partigiani con l'istesso slancio di quando partite per le azioni di guerra.»

25 aprile 2013

Festa della Liberazione 2013

Viva la Resistenza, e l'Italia democratica che ne è nata!
Nel 70° anniversario dall'inizio della guerra di Liberazione, che gli ideali e i valori dell'antifascismo, della pace e della libertà possano accompagnarci sempre, anche quando la nostra Repubblica affronta difficoltà fortissime come quelle odierne, e un omaggio ai tanti che lottarono e caddero, in Italia e in tutta Europa, contro il nazifascismo.

24 aprile 2013

Verso il governo Letta...

Ok che probabilmente, stante le posizioni dei vari partiti, in primis gli equilibri interni al PD rivelatisi e l'impossibilità di qualsiasi forma di intesa coi grillini, soluzioni positive realistiche al problema del governo dopo le elezioni non ce ne erano. Ma ciò che si prospetta, un governo Letta riedizione più politica dell'esperienza Monti, con dentro gente tra le più impresentabili degli ultimi dieci anni, e inoltre secondo i desiderata di Napolitano senza vincoli di tempo e di mandato, è l'ennesima dimostrazione che può continuare ad andare sempre peggio.
E per SEL, buon viso a oggettivo cattivo gioco, adesso coerenza e coraggio, opposizione e impegno per la ricostruzione della sinistra.
Ora pensiamo al 25 Aprile.

Le dimissioni di Bersani

All'indomani delle dimissioni ufficiali, solidarietà nei confronti di Bersani.
Che di cavolate nel corso della sua segreteria ne ha fatte tante, a partire dalla continua rincorsa dei centristi, dal 2009 fino al giorno delle elezioni, ma è sempre rimasto una persona perbene, onesta e leale, e rispettosa dell'idea di un partito come comunità.
E bisogna rendergli atto dell'impegno profuso, dopo il voto, per cercare di formare un governo che, seppure a termine, fosse concretamente di cambiamento. Purtroppo il tentativo è fallito, tra i parlamentari grillini, dimostratisi finora una manica di cialtroni incompetenti, proni alle ubbie e allo sfascismo del capo, e il latente boicattaggio sia da parte di Napolitano, che soprattutto da gran parte del suo stesso partito, già proiettato alla resa dei conti congressuale e alla liquidazione del segretario: PD nel quale è emersa palese la larghissima componente contraria a ogni prospettiva a sinistra, la stessa componente che rivendica e vuole assoluta continuità con l'esperienza montiana e da oggi è in prima fila a spiegarci l'ineluttabilità e la convenienza del probabile governo Letta.
E l'errore sulla Presidenza della Repubblica è stato anche il frutto della ormai avvenuta delegittimazione della leadership interna di Bersani.
Non meritava di finire così.

Sempre sull'elezione del Presidente della Repubblica, dopo la rielezione di Napolitano

I dati - stranamente resi pubblici - dei voti espressi alle "quirinarie" grilline, se da un lato sono altamente significativi per il valore della presunta "democrazia diretta" del M5S, che si riduce, se dice bene, in un sondaggio, e condotto su un campione molto scarsamente rappresentativo, d'altro canto porca miseria, rende ancora più pesante il fatto che, con un Rodotà terzo, con manco 5mila preferenze, il Partito Democratico si sia lasciato drammaticamente travolgere, senza riuscire a rispondere e cercando di ignorare quello che fino ad ora dopo le elezioni è stato l'unica vera mossa politica del M5S.
Ah, non lo si era scritto, ma forte contrarietà nei confronti della rielezione di Giorgio Napolitano. Stima per l'indubbia caratura (altro che la caricatura del "Morfeo"...), ma troppo nell'ultimo anno e mezzo il decisionismo, le forzature, le scelte dannose che ha di fatto riuscito a imporre.

I limiti del #OccupyPd

Lo spirito di fondo che anima in questi giorni le varie "occupazioni" in giro per l'Italia delle sedi del PD da parte di giovani militanti (o presunti tali) evidenzia quella che è una delle più serie ipoteche sulla possibilità di una sinistra ampia e rinnovata in Italia: la ricerca esasperata dell'unanimismo e della - presunta - unità interna anche quando diviengono meri feticci, del tutto fini a sé stessi, che, come dice giusto qualcuno, porta a confondere e a sacrificare i contenuti per il contenitore, e che, unitamente a una certa innegabile boria di partito con la P (quasi) maiuscola, impedisce di prendere atto del fallimento del PD, di fare autocritica, sugli errori che fin dalla origine ne hanno determinato - e viziato - la nascita, e di permettere di costruire finalmente qualcosa di nuovo, e di utile, a sinistra.

23 aprile 2013

Il risultato delle regionali in Friuli Venezia Giulia

Premessa la non eccessiva stima politica per la Serracchiani, personaggio balzato agli onori della cronaca in modo alquanto mediatico, e subito immediatamente accodatasi, all'epoca, prima nell'area franceschiniana, quindi continuando a barcamenarsi sempre in vista tra i presunti rinnovatori del PD in nome di non si bene quali qualità e credenziali, soddisfazione comunque per l'esito del voto in Friuli Venezia Giulia, niente affatto scontato dopo i casini degli ultimi giorni.
E soddisfazione in specie per il risultato locale di SEL (a proposito, splendido Svoboda Ekologija Levica!): pur con tutte le peculiarità locali di un voto per le regionali, nel giro di neanche due mesi dalle elezioni del 24 e 25 febbraio, a fronte di un calo impressionante e disastroso dell'affluenza al voto, che si è tradotto in clamorose perdite di voti reali di lista per tutti i maggiori partiti (PD 70mila voti in meno, PDL -55mila, Lega Nord -15mila, M5S -150mila! - e qualcosa tutto ciò significa), Sinistra Ecologia e Libertà, nel suo piccolo, è riuscita a riconfermare per intero tutti i propri voti, segno che qualcosa di buono in queste settimane è stato fatto, e si è riusciti a trasmetterlo.

19 aprile 2013

Dimissioni di Bersani e disastro del centrosinistra, a caldo

A caldo.
Senza parole per commentare i tanti nel PD che in questi due mesi hanno lavorato per meri interessi correntizi, giocando (in larga compagnia, trasversale in molti partiti) con le sorti del Paese e portando allo spettacolo indecente e al disastro di questi giorni.
Ai tanti compagni e amici democratici, di cuore: questa storia è finita. E' ora di voltare pagina, riconoscere gli errori fatti in questi anni (tutti, non mi escludo), e costruire assieme finalmente una Sinistra utile per l'Italia.

18 aprile 2013

La scelta di Marini

Cercando di fare un po' il punto, all'inizio delle votazioni per la Presidenza della Repubblica, sulla scelta annunciata dal PD di candidare Franco Marini, in convergenza con Scelta Civica di Monti e il centrodestra berlusconiano, e la rivolta e le furiose polemiche scatenatesi.
Quello che più lascia allibiti e perplessi, è la dimostrazione data dalla dirigenza del PD dell'assoluta incapacità di cogliere lo spirito del tempo, specie quello che attraversa il bacino elettorale, reale e potenziale, del centrosinistra. In sé, la scelta di Marini, o di altri di cui si è fatto il nome in questi giorni, non è certo sbagliata o irrazionale: persone di esperienza, fuori ormai dal centro del contendere politico, tali da potere pertanto assumere un ruolo di garanti super-partes e di raccogliere, come sarebbe opportuno, una larga maggioranza trasversale (e, by the way, conti alla mano una maggioranza per la presidenza della Repubblica PD+montiani+centrodestra sarebbe largamente più ampia e rappresentativa di PD+SEL+M5S). In un altro contesto storico-politico, fino a pochissimi anni fa, sarebbero stati dei potenziali candidati indubbiamente validi e realistici.
Ma non oggi, in questo contesto politico, anche nel modo in cui oggi si forma l'opinione pubblica. Marini personalmente resta un probabile buon candidato alla Presidenza, ma è una candidatura profondamente sbagliata. Non ci voleva una scienza, specie dopo la presidenziabilità espressa dai grillini su Rodotà, nome su cui tutta la sinistra e il centrosinistra poteva essere ampiamente convergente, per capire che la scelta di Marini sarebbe stata dilaniante, per l'alleanza di centrosinistra, e per lo stesso PD in primis.
In nome probabilmente anche di comprensibili e volendo condivisibili logiche istituzionali, ma la dirigenza democratica ha scientemente imboccato una via suicida.
Vediamo che succede oggi, che tutti gli scenari sembrano aperti. Quello che però ormai pare indubbio, è la totale assenza di prospettive del Partito Democratico. La leadership bersaniana è ormai irreversibilmente finita, delegittimata prima dall'esito del voto, poi dal continuo smarcarsi e le polemiche interne, infine l'oggettivo errore della scelta di Marini; sui territori, la situazione è comatosa; le componenti interne si combattono da posizioni tra loro antitetiche, e per di più viziate spesso da mero politicismo; la dirigenza si è dimostrata largamente inadeguata alla emergenzialità del periodo presente.
Alla luce di tutto ciò, infine, lo si ripete. Se alla fine della fiera, questa comunque fosse la volta buona che zompasse il PD, liberando persone, idee, mezzi, voti utili per costruire finalmente qualcosa di utile a sinistra, beh, lunga vita a Marini.

17 aprile 2013

Renzi sulle scelte "confessionali"

Tralasciando per ora ogni commento sulla vocazione suicidataria dimostrata dal PD (anche se, se fosse la volta buona che potesse servire a farlo zompare, non tutti i mali verrebbero per nuocere...), un passo indietro.
Mica diceva male Renzi, prendendosela con la scelta "confessionale" del Presidente della Repubblica.
Solo che fa un po' specie sentirlo dire da lui, dopo che è arrivato, al momento di riaprire le ostilità dopo il voto, persino a strumentalizzare le dimissioni di Ratzinger per i propri giochi di potere nel PD.

15 aprile 2013

Antihipsterismo militante

Come con il neofascismo e il suo appropriarsi di simboli della tradizione popolare, l'hipsterismo bisogna combatterlo, strada per strada, baffo per baffo, camicia a quadri (o jeans) per camicia a quadri (o jeans).

11 aprile 2013

Trasparenze delle rendicontazioni, tra Renzi e i grillini...

La trasparenza della rendicontazione delle spese della campagna elettorale del M5S, che (sorvolando sui 140mila € su 350mila dichiarati impiegati per la misteriosa "consulenza spese legale/tributaria") fornisce solo le spese sostenute direttamente per lo Tsunami Tour, senza fornire invece alcuna indicazione, provenienza e utilizzo, delle somme spese per la campagna elettorale sui territori, pare tanto quella di Renzi durante la campagna per le primarie, quando pubblicava gli spicci per la "benzina del camper", tralasciando invece le centinaia di migliaia di euro spesi e impiegati dalla sua fondazione...

9 aprile 2013

Anche la signora Thatcher...

Ci piace ricordarla così (minuto 2.14), come non sentito omaggio in occasione della sua dipartita.

1 aprile 2013

Revisione integrale del blog

Dopo oltre sei anni dai primi post, e il cambiamento nella continuità del passaggio a Blogger, primo vero restyling dell'impaginazione, e soprattutto revisione integrale di oltre 1750 post, dall'inizio, con omogeneizzazione della veste grafica, qualche censuretta che ci stava, e completo riordino delle etichette.
Un po' straniante ripercorrere in pochi giorni sei anni di vita. E utile a rinfrescarsi un po' idee e ricordi, e vedere il tracollo del sistema politico in questi anni. Che della situazione di merda attuale, nel corso di questi anni, ed è testimoniato nel susseguirsi del post, le basi, i segnali e i sintomi tutte c'erano poco da stupirsi.
Comunque, sperando che le modifiche possano essere apprezzate, buona lettura a tutti.

31 marzo 2013

Governo Monti a oltranza, fuori dalla democrazia e dalla Costituzione

La scelta fatta da Napolitano è una vergogna antidemocratica e fuori dalla Costituzione.
Un governo, quello di Monti, già all'epoca praticamente imposto, e oggi privo completamente, all'esito del voto, di qualsiasi legittimazione democratica, che viene prorogato a oltranza oltre i limiti dell'ordinaria amministrazione senza neanche un voto di fiducia, è fuori da qualsiasi prassi costituzionale. Abbinato al comitato dei "saggi", che praticamente sarebbe una sorta di surrogato del Parlamento, è come se si facesse finta che non ci siano state le elezioni, è un commissariamento a tutti gli effetti della nostra democrazia repubblicana.
E bisogna denunciarlo con forza.
Vergogna ai grillini, che o per malafede, o per stupidità, c'hanno riconsegnato il governo Monti e rimesso in pista la destra berlusconiana.
E non si venisse a dire che era l'unica strada, perché non è vero. Napolitano ha le sue forti responsabilità nel fallimento di Bersani, con richieste in partenza infattibili, e per non avere acconsentito che quantomeno si potesse confrontare in Parlamento, ai voti. O quantomeno, uno sforzo per trovare un nome per questi sei mesi, per indicare una personalità che avrebbe potuto guidare un governo "del presidente" di larghe intese, esattamente come ha fatto appunto a fine 2011 imponendo Monti.

29 marzo 2013

L'unica ormai è che "zompi" il PD

Preso atto del prevedibile fallimento dell'incarico affidato a Bersani, in attesa di sapere di che morte morire.
Ormai, l'unica speranza rimasta, alla luce del frondismo e della palese "tiepidità" dimostrata da gran parte del PD nei confronti del tentativo del segretario, e molto ben disposti, al contrario, a ipotesi post-montiane e di larghe intese, è che a questo punto il Partito Democratico salti, facendo finalmente ognuno le proprie scelte. Sarebbe devastante, ma sarebbe l'unica soluzione affinché a sinistra, con SEL (preso atto anche dei fortissimi limiti, sull'orlo del fallimento, anche da noi dimostrati), si rimetta in giro qualcosa, con qualche idea chiara e una massa critica minima adeguata.
Ostano però il non eccessivo coraggio politico dimostrato spesso dai "giovani turchi", il dovere chiaramente rimettere in discussione 15 anni di linea politica, e soprattutto il riflesso condizionato dell'unitarismo forzato che ancora pervade la base, anche di fronte a strade palesemente fallimentari.

28 marzo 2013

Lo Gnomo a Perugia!

Per la prima volta, veramente si prova invidia per il capoluogo di regione e i suoi abitanti.
Quantomeno, mi auguro che lo Gnomo sia arrivato in quel di Perugia per menare strage dei suoi coniglieschi abitanti con la sua ascia.

L'occasione sprecata dal M5S

Avevano la possibilità di giocare, nei mesi da qui alle prossime inevitabili elezioni, da una posizione di assoluta forza, di essere gli aghi della bilancia, tenere materialmente per le palle il governo ed essere i veri domini della situazione. Senza nulla da perdere, che avrebbero avuto buon gioco a rivendicare tutti gli eventuali risultati positivi di un governo varato con il loro appoggio esterno.
Pur di non "sporcarsi" in alcun modo le mani, spalancano ora invece la strada al ritorno di una resuscitata destra berlusconiana, che nelle "larghe intese" trovano oggi l'unica strada per rimettersi in gioco.
Complimenti per il senso politico dimostrato dai parlamentari del M5S. Che questo non sia il gioco di Grillo e Casaleggio lo si era capito, ma dai "portavoce" eletti qualcosina di più ci si aspettava. Poi certo, se le punte di diamante che riescono a esprimere sono personaggi arroganti e incompetenti come Crimi e la Lombardi, buoni solo a ripetere a pappagallo le direttive che gli arrivano dall'alto, non c'è in effetti molto da stupirsi.

Ora comunque aspettiamo gli sviluppi. Al momento, le soluzioni che si prospettano appaiono inaccettabili e suicide per ciò che rimane della sinistra. Se verranno proposte soluzioni di larghe intese, con un ruolo di primo piano delle destre, siano esse montiane o berlusconiane, che SEL batta un colpo, e si tiri indietro da questo gioo al massacro. E che magari anche la parte migliore del PD, preso atto del fallimento di Bersani, abbia il coraggio di assumere posizione contraria, assumendosi le responsabilità di ciò che, all'interno del PD, ciò inevitabilmente comporterà.

26 marzo 2013

Togliatti a Perugia (omaggio)

Per restare in tema togliattiano, un omaggio, con una foto di un comizio di Togliatti in Piazza IV Novembre a Perugia, finalmente trovata su internet tra gli archivi de l'Unità (una ben nota copia in formato gigante della foto si trova nei locali della federazione PCI/PDS/DS/PD di Piazza della Repubblica, Perugia). Verosimile data 10 Aprile 1963.

120 anni dalla nascita di Togliatti

Nasceva 120 anni fa il compagno Ercoli, Palmiro Togliatti.
Personaggio da decenni ormai dimenticato, ridotto anche a sinistra a ridicola macchietta di stalinismo.
Dimenticandoci invece della levatura del personaggio. Con tutte le inevitabili contraddizioni di un comunista della sua generazione, esponente di primissimo piano del movimento comunista mondiale negli anni di fuoco, e, da segretario del PCI, artefice della storia e dell'anomalia della sinistra italiana.