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7 marzo 2009

New Deal...

Va bene che in tempi di crisi economica l'avvio di grandi opere pubbliche può essere cosa giusta portando occupazione. Non è certo su questo sito che si trova un'opposizione preconcetta a forme di imprenditorialità di Stato. Però quando vengono stanziati da parte dello Stato miliardi e miliardi di euro per finanziare parecchie opere quantomeno discutibili, il Ponte sullo Stretto su tutte, quando manco ci stanno -o non si vogliono trovare- i soldi per tutelare le migliaia di lavoratori che giorno dopo giorno stanno perdendo il lavoro, beh non è sembrino proprio misure così tempestive e così utili.

17 febbraio 2009

Arretrati: legge elettorale per le Europee, sicurezza, Bersani eSardegna

Scrivo adesso alcune note politiche che in realtà avrei dovuto scrivere due settimane, ma che per il sovrapporsi degli eventi ma anche e soprattutto per pigrizia si erano tralasciati.

La riforma della legge elettorale delle Europee. Quale cavolo è la necessità di una riforma? La legge attuale, proporzionale pura, garantisce perfettamente la necessità di rappresentatività che è la funzione propria delle elezioni per il Parlamento Europeo: unico organo con legittimazione democratica nell'Unione, non ha veri compiti legislativi, ed è quindi assolutamente pretestuosa la scusa della governabilità che viene addotta come scusa per introdurre lo sbarramento al 4%. Siamo chiari, la non frammentazione può essere un valore, e di una soglia di sbarramento del 4% si può anche parlare. Ma non con l'attuale sistema politico. La maggioranza non può pretendere di cambiare il sistema politico imponendolo con una legge elettorale. Non sono briciole i partiti sotto il 4%. Cinque anni fa per essi votò il 20% dell'elettorato. Nelle attuali condizioni della politica italiana, milioni di elettori vengono privati potenzialmente e probabilmente del diritto di eleggere ed essere rappresentati. Questo è assolutamente antidemocratico. Quello che più fa rabbia poi è stato l'atteggiamento del Partito Democratico. Cosa sperano di ricavarne ammazzando sul nascere ogni progetto alternativo di ricostruzione della Sinistra? Per una manciata di voti sperano di replicare il giochetto del voto utile? Qual è il senso nel guastare definitivamente i rapporti con tutta la parte politica della quale comunque ha bisogno per poter governare a livello locale, e di cui avrà bisogno per poter ambire a tornare al governo nazionale?

C'è stato poi il decreto sicurezza. Legalizzazione delle ronde di partito, possibilità dei medici di denunciare i pazienti irregolari che vengono a farsi curare, aumento della tassa per il permesso di soggiorno. E poi tutte queste anime belle a ergersi a difensori della vita sul caso Englaro. Si diceva una volta socialismo o barbarie. Qui di certo non siamo al socialismo.

Unica nota positiva, la candidatura di Bersani alla segreteria del Partito Democratico. Finalmente qualcuno che ha il coraggio di mettere le cose in campo, che riconosce l'errore nei Ds di schierarsi compatti al completo nel 2007 dietro Veltroni, con liste piuttosto in contrasto tra loro (errore anche mio di appoggiarlo, un progetto come "A sinistra per Veltroni"; ragione aveva il compagno Brunori a sostenere che era una contraddizione in termini), legato veramente alla tradizione della sinistra italiana, e non a una personalizzazione a base di americanismo e buoni sentimenti, con una reale idea e concezione di quella che deve essere la struttura e il funzionamento di un partito. 


Saltando a quest'oggi, l'assoluto disastro delle elezioni regionali in Sardegna. Un monito, per chi se ne stesse scordando, che l'Italia è diventata un paese profondamente di destra, e che di lavoro e lotta ce ne sarà da fare moltissima nel futuro.

6 febbraio 2009

Su Eluana Englaro, Napolitano e il Governo

Visto che è stato sollecitato, scriviamo.
Non ha alcun senso ostinarsi a mantenere in vita il corpo di Eluana Englaro, dopo 17 anni di coma irreversibile. Questa è una cosa contro natura. E un'anima caritatevole che l'attuasse davvero una eutanasia, evitando di lasciar morire Eluana di fame e sete, farebbe solo un atto di carità.
Dopodiché, sul conflitto tra Napolitano e il Governo sul decreto legge: se si vuole approvare una legge che assicuri la nutrizione in qualsiasi condizione, si faccia pure. Ma mancano completamente i presupposti costituzionali (che vorrei ricordare sono la base della nostra democrazia) di straordinaria necessità e urgenza che possono giustificare un decreto legge (articolo 77 comma 2). Atto con cui -è bene ricordarlo- il Governo si assume la funzione legislativa, che costituzionalmente spetta al Parlamento, unico organo col necessario mandato popolare per esercitarla. Quindi assolutamente corretto e giusto l'operato del Presidente della Repubblica, il compagno Giorgio Napolitano, che si rifiuta di emanare il decreto vagheggiato dal Governo.

11 dicembre 2008

Abiura dei tentativi di analisi politica di Berlusconi

Un paio di settimane fa si ragionava su come il Governo fosse intenzionato a rifare la faccia buona, cercando di rifregare le opposizioni con la storiella del dialogo, approfittando di un periodo di relativa "calma sociale".
Ieri invece ci ritroviamo (nonostante le larghe, molto larghe aperture del Pd sulla Giustizia) un Berlusconi che sbraita di marxismo-leninismo, cambiamenti a maggioranza della Costituzione.
Al diavolo ogni tentativo di analisi politica della strategia berlusconiana.
Questa continua incoerenza e queste sfuriate oggettivamente sono solo senilità.

29 novembre 2008

Il ritorno del "dialogo"

Dopo che sono un paio di settimane che quello che potremmo chiamare il "conflitto sociale", espressosi essenzialmente in quest'ultimo periodo attraverso mobilitazioni sindacali e studentesche, non riesce più a imporsi all'attenzione dei media e dell'opinione pubblica, il Governo fiuta l'aria e ritorna dopo parecchio tempo a fare la faccia gentile, a mostrarsi dialogante.
E ricerca di nuovo una copertura bipartisan alle sue politiche, con tutta la retorica del "dialogo". Sapendo anche che in campo economico si ritroverà una Italia dei Valori molto più moderata che su altri temi.
Ma nulla è cambiato nei fatti. Si invita al dialogo e al confronto, e alo contempo proseguono imperterriti a legiferare per decreti e mettendo tutti di fronte al fatto compiuto. Oppure si pensi al caso Vigilanza Rai.
Per questo è importante che il PD e tutte le forze di opposizione non cedano alle chiacchiere consociativistiche, e avanti verso lo sciopero generale del 12 dicembre.

16 novembre 2008

Fannullone di sinistra!

Wow. Non faccio nulla, godo di posizioni di rendita e sono un potere forte.
Grazie Brunetta che mi spieghi perché essere di sinistra!

31 ottobre 2008

La "ricostruzione" degli scontri di Piazza Navona

La ricostruzione "ufficiale" del governo, che ha omesso scientificamente tutta la prima parte degli scontri di mercoledì a Piazza Navona, con l'aggressione dei fascisti del Blocco Studentesco ai ragazzi delle superiori, è assolutamente vergognosa. Il governo ha di fatto dato una piena copertura politica delle violenze squadriste. Porca miseria, già era inaccettabile la (non) condotta della polizia, ma il negare l'evidenza di ciò che è successo in questa maniera è troppo grave.

29 settembre 2008

Al lavoro e alla lotta

Alle accuse di autoritarismo e di scadimento della vita democratica italiana, Berlusconi significativamente risponde minacciando una "riflessione sulla giustizia" nel caso la Corte Costituzionale, cui è stata sollevata incidentalmente la questione, giudichi incostituzionale il "Lodo Alfano", provvedimento che garantisce l'immunità per le maggiori cariche dello Stato. Nel caso ossia che la Corte Costituzionale, nell'esercizio delle sue funzioni di tutela dell'ordinamento giuridico italiano, ritenesse un provvedimento contrastante con la Costituzione della Repubblica Italiana, si va a eliminare direttamente o il controllo di costituzionalità, o a cambiare la Costituzione stessa, come se fosse una qualsiasi leggina.
Questa è la situazione.
A questo governo, con maggioranze inattaccabili al servizio degli interessi di pochi, sta facendo da contrappunto un'Italia che si è palesata profondamente di destra. Provvedimenti che richiederebbero approfondito dibattito -anzi, a essere sinceri, provvedimenti inaccettabili che neanche sarebbero da prendere in considerazione-, quali federalismo fiscale, reato di clandestinità, immunità, riforma scolastica, vengono approvati grazie all'appoggio istintivo di un'opinione pubblica indifferente, disinformata, ignava, qualunquista. Di fronte a tale disastro, l'opposizione è del tutto impotente, in crisi di identità profonda, senza idee, numeri e alle volte volontà di combattere tutto ciò.
Ieri è stata giornata di mobilitazione nazionale della Cgil. E anche qua si sono visti i segni nefasti di questo rapido decadimento del sentire democratico e progressista. La Cisl e la Uil infatti non hanno aderito alla mobilitazione, scegliendo di fatto, come s'è visto nella trattativa per Alitalia, un ruolo rinunciatario, di mera rimessa, succube del potere e delle posizioni di forza delle controparti. Almeno qua a Terni poi la manifestazione non è andata bene. Vabbe' che non è certo una genialata farla di sabato pomeriggio, ma duecento persone in piazza, in un momento simile sono troppo poche.
Ma questa è l'unica strada percorribile. Di fronte a una crisi di tale gravità della sinistra, mantenere una linea difensiva è suicida. E' la condanna definitiva alla residualità. Dobbiamo prendere l'iniziativa, opporci, andare in piazza giorno dopo giorno con testardaggine, per quanto possa sembrare inutile, per anni se sarà necessario - e lo sarà necessario. Se l'Italia e gli italiani sono di destra, beh, toccherà cambiarla quest'Italia e questi italiani. Senza questa volontà, non ha senso essere di sinistra.
Quindi compagni, al lavoro e alla lotta, che vogliamo e dobbiamo continuare a esistere e contare.

27 settembre 2008

Diritti in piazza

Su, dopo questi ultimi anni di manifestazioni troppo spesso autoreferenziali, apolitiche, apartitiche e antipolitiche, sembrerà quasi una rimpatriata tornare a manifestare contro il Governo Berlusconi.
E quindi, domani tutti col cuore leggero in piazza a partecipare alla mobilitazione nazionale indetta dalla CGIL!
Questa la piattaforma della mobilitazione, e a Terni manifestazione in Piazza della Repubblica alle 17.00.

16 settembre 2008

Ritorno a scuola

Due, anzi no tre, aspe' quattro, vabbe' parecchie sono le cose preoccupanti del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini.

1 Anzitutto che avrebbe solo 35 anni, e ne dimostra almeno 10 di più. Ok qui non siamo sul politico.

2 E che porta lo stesso cognome di Don Pierino.

3 Non è normale che alla guida della scuola italiana venga messa una avvocatessa (esame passato a Reggio Calabria tra l'altro) che ha come uniche referenze politiche l'essere stata coordinatrice di Forza Italia in Lombardia.

4 Non è ammissibile che si sia varata una importante riforma del sistema scolastico italiano, con la reintroduzione del maestro unico e il conseguente taglio di decine e decine di migliaia di posti di lavoro e delle ore di scuola, solo per esigenze di cassa, senza alcuna reale discussione e valutazione degli aspetti educazionali e sociali dell'operazione. Approvata tra l'altro per decreto legge, senza controllo parlamentare e senza il dialogo con le parti sociali. Per il resto, retorica sulla "scuola di una volta" di voto di condotta e grembiuli e divise, nell'attesa che si concretizzi l'idea malsana di trasformare gli istituti scolastici in fondazioni, con tutte le conseguenze legali e fiscali del caso: ossia come scaricare dallo Stato una volta per tutte la responsabilità finanziaria della scuola, facendo finta che sia un'impresa come un'altra. Il 97% della spesa pubblica per l'Istruzione va per pagare gli stipendi (bassi) degli insegnanti? Invece di fare macelleria sociale sui lavoratori, aumentate una buona volta la spesa per pagare tutti meglio. Capisco che la mia formazione matematica è tarata dai terribili problemi che purtroppo per me la Gelmini non ha potuto risolvermi in meglio, ma mi parrebbe una soluzione leggermente migliore.

5 Tutto ciò considerato, è estremamente preoccupante che la Gelmini sia tra i ministri con più alto gradimento popolare.

28 agosto 2008

Non è per cattiveria

Ma come si può avere stima e fiducia della classe imprenditoriale industriale italiana, che dopo anni di silenzio, esce fuori al completo solo per spartirsi le spoglie di ciò che rimarrà dell'Alitalia dopo il "piano di risanamento" in via di approvazione in questi giorni?
Ci sono tutti, i Benetton, i Colaninno (di pretese idee progressiste...), Marcegaglia (attuale presidente di Confindustria), Tronchetti Provera e la Pirelli, Riva, Intesa-Sanpaolo (Agnelli alla lontana), Ligresti, Caltagirone tra gli altri.
Tutti pronti, dopo aver scaricato per l'ennesima volta le passività e i costi allo Stato, a spartirsi senza rischi e per poco i resti di un'Alitalia con 7mila dipendenti in meno, una flotta e rotte estremamente ridotte, senza più alcun hub. E dopo averci fatto l'utile, magari rivendere il tutto in Germania fra un paio d'anni.

E così sulle spalle dei lavoratori e dello Stato si scaricherà il peso di anni di politiche sbagliate, di ignavia imprenditoriale, e soprattutto la disgraziata e strumentale lotta fatta da Berlusconi contro l'accordo con Air France.

28 luglio 2008

Napolitano

Va da sé, visti i pesanti attacchi che hanno avuto a oggetto il Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, che nei suoi confronti si nutre la massima fiducia e stima.
In tutta una serie di difficili passaggi che ha dovuto affrontare nell'ultimo anno, in particolare la crisi del governo Prodi e le tensioni derivate dagli ultimi provvedimenti del governo Berlusconi, è sempre riuscito a svolgere il suo ruolo in maniera egregia, preciso e puntuale.
Sicuramente certi provvedimenti si potrebbe gradire venissero bloccati direttamente da lui, bloccandone la promulgazione, e Napolitano stesso, avesse la possibilità di esercitare piena discrezionalità politica, lo farebbe. Ma non tocca dimenticare anzitutto i principi costituzionali, per cui il Presidente della Repubblica, lungi dal potersi sostituire all'attività del Governo e delle Camere, può rifiutarsi di promulgare un provvedimento solo in caso di palese incostituzionalità. Che poi, il vizio di costituzionalità potrà comunque essere sollevato da qualunque magistrato. E non tocca dimenticare la situazione politica in cui si trova Napolitano, primo presidente della repubblica di storia politica comunista, e quindi a maggior ragione tenuto alla tutela delle forze politiche a lui opposte, e il suo trovarsi ancora agli inizi del mandato, senza la forza politica e il prestigio generalizzato che potrebbero permettergli uno scontro più duro contro certe posizioni del governo Berlusconi. Non si può pretendere che un presidente della repubblica entri fin dall'inizio in guerra aperta per cinque anni contro il governo.
E' per questo che bisogna prendere le distanze dagli attacchi, ingiustificati e spesso volgari, ascoltati nell'ultimo mese, ed è doveroso per ogni progressista e sincero democratico appoggiare pienamente l'operato di Napolitano, che è e probabilmente sarà l'unica figura di garanzia nei cinque lunghi anni che si preparano.

Detto questo amici cari, saluti a tutti, e a sentirsi presto.

27 giugno 2008

Sondaggistica

Emerge piuttosto preoccupante dai vari rilevamenti di opinione una generale e diffusa approvazione popolare nei confronti dei -parecchi- provvedimenti emanati dalla maggioranza di centrodestra in questo primissimo periodo di legislatura. Ossia un pacchetto sicurezza dalle accentuate caratterizzazioni xenofobe, stretta insensata sulla possibilità di utilizzo delle intercettazioni telefoniche, provvedimenti fiscali (Ici) demagogici, di facciata e sostanzialmente irrilevanti, approccio più che muscolare alle tensioni di piazza e allo scenario internazionale. Per concludere in queste ultime due settimane con ripetuti attacchi semieversivi al potere giudiziario, e la piena rivendicazione di provvedimenti di impunità, sulla base del principio plebiscitario per cui il mandato elettorale popolare permetta una assoluzione da qualsiasi controllo esterno.
Va bene che vox populi vox dei, ma il popolo può benissimo sbagliarsi. E la politica, specie per il pensiero di sinistra, non può ridursi a un discorso relativistico di opinioni. C'è molto spesso un Giusto e uno Sbagliato. Le opposizioni devono prendere atto di ciò, e iniziare a combattere la sfida per l'egemonia culturale, smettendo di rincorrere il pensiero di destra. Se c'è un determinato bisogno sociale, e lo si reputa sbagliato, si deve cambiare il bisogno sociale, non legittimarlo cercando di dare risposte spesso del resto inadeguate.
Fino a ieri il Partito Democratico invece non ha fatto nulla di tutto ciò, in nome di una fantomatica esigenza di preservare il "Dialogo". Dialogo su che, perché e come ancora tutto da chiarire. Finendo solo per legittimare un Berlusconi che, nei toni della lettera al Senato e sulla rivendicazione, assurta a esigenza nazionale, delle leggi sulla sospensione dei processi, riecheggiava oggettivamente i toni del discorso del 1925 di Mussolini, dopo il delitto Matteotti, in cui si assumeva la piena responsabilità dei fatti. [quello del:
"Se il fascismo è stato un'associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere!..."] Di fronte agli eventi, parrebbe che Veltroni abbia deciso di alzare i toni (minacce pesanti, rottura del dialogo, e addirittura manifestazione a ottobre).
Vediamo un po' che succederà in questo luglio.

16 giugno 2008

Difese

Avere un ministro della Difesa post-fascista per certi versi può anche essere divertente. Perché di sicuro ci si mette più di impegno, c'ha più l'attitudine mentale bellicista di coloro che generalmente occupano la poltrona in questione.


Forse a Ignazio La Russa qualcuno potrebbe però anche spiegare che il ministero chiamasi appunto della Difesa, non della Guerra o delle Forze Armate, e rileggergli poi magari gli articoli 11 e 52 (specie nel terzo comma) della Costituzione della Repubblica Italiana.


Che nel giro di un mese proporre l'ampliamento della missione italiana in Afghanistan a situazioni, fronti e regole d'ingaggio da guerra aperta, l'ideare vacanze in caserma per le vuote estati di giovani italiani ansiosi di apprendere i valori di patria gerarchia esercito e bellicismo in genere, e infine mandare reparti dell'Esercito con funzioni di polizia per le strade italiane (proposta oltre che concettualmente perversa anche del tutto demagogica, che 2500 uomini non sono nulla su circa 115mila dell'organico della Polizia di Stato) è sicuramente apprezzabile per lo zelo, però insomma non è che se ne senta troppo la necessità.

11 giugno 2008

Sicurezza, stralcio dal post

Ieri ci si era dimenticati un'altra genialità delle proposte governative sulla sicurezza.


L'Italia è un paese di puttanieri, che costringe migliaia di donne spesso e volentieri alla schiavitù? Pas de problèmes, anche se magari immigrate regolari o comunitarie espelliamo dal Paese, che attentano alla nostra moralità.


Che poi, uno schieramento politico che quantomeno si richiama ai principi liberisti e del libero mercato, dovrebbe anche capirlo che l'offerta sussiste e continuerà a sussistere finché la domanda continua a essere massiccia...

Stipendi e preparazione

Secondo il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, che discettava della necessità -sacrosanta- di adeguare le retribuzioni degli insegnanti alla media Ocse, l'attuale stipendio medio di un insegnante di scuola secondaria superiore, dopo 15 anni di anzianità, sarebbe di 27500 € annui, circa 2000 € e rotti al mese quindi.


Sarà. I conti purtroppo non tornano troppo... Curioso di conoscere gli assistenti della Gelmini. Del resto, il soggetto in questione nella vita sarebbe avvocatessa lombarda di Forza Italia, mo' non pretendiamo troppo.

10 giugno 2008

Sicurezza

Si voleva con un po' di ritardo fare un attimo il punto sulle varie vicende, proposte e annunci che si susseguono sul settore sicurezza.

Il reato di immigrazione clandestina sta passando nel complesso quasi sotto silenzio, se si considera l'orrore dal punto di vista umanitario, giuridico e pratico che rappresenta. Nel sentire comune, nei discorsi che si sentono fare in giro e ripresi e rinforzati in televisione, si dà per scontato che un poveraccio che si ritrova costretto a lasciare la propria terra per cercare un lavoro all'estero, e che assai spesso per un sistema di quote assolutamente inadeguato per i bisogni anche semplicemente produttivi dell'Italia si ritrova impossibilitato a entrare legalmente in Italia, diventa automaticamente un criminale, e assai pochi si scandalizzano se, come si propone, ciò basti a giustificare la privazione del bene della libertà che il reato proposto comporterebbe. Manca del tutto la percezione della funzione indispensabile che le centinaia, se non milioni, di immigrati regolari e non svolgono, manca qualcuno che si decida a dire apertamente che per l'attuale sistema di concessione dei visti e soprattutto di quote annuali previste è del tutto inadeguato per le necessità interne e le pressioni migratorie esterne, ed è creatore solo di nuova irregolarità. Senza contare l'ingolfamento giudiziario e la saturazione del sistema carcerario che ciò potrebbe comportare.

Sul tema del reato di clandestinità, dopo che le critiche vere e pesanti sono di fatto venute solo dall'estero, Berlusconi si è esibito nel solito gioco della smentita e smentita della smentita; vediamo come finirà in Parlamento, ma rimane invece, dato quasi per scontato, l'aggravante della condizione oggettiva di clandestinità, che viola i fondamentali principi del diritto penale di uguaglianza e responsabilità.

In nome formalmente del diritto alla riservatezza, si vuole adesso proibire la possibilità di intercettazioni nelle indagini penali, creando il doppio binario all'italiana per cui si considererebbero gravi come al solito i soli reati di terrorismo, mafia, e se va bene pedofilia corruzione e concussione. Vabbe', mi sembrava che i beni giuridicamente garantiti della tutela della vita, della libertà etc potrebbero essere degni di tutela anche se non minacciati da una banda di terroristi pedofili collusi con la mafia, anche qua ci si sbaglierà, almeno potrò ridurre il programma di ripasso per il prossimo esame.

E fra tutto ciò, nessuno sta facendo caso preso com'è dalla caccia al rom che nella gioventù italiana è sempre più diffusa una cultura della violenza con ben precisi connotati politici. Se un ragazzo viene pestato a morte per essersi rifiutato di dare una sigaretta, se si devastano e si distruggono le abitazioni e ogni bene di intere famiglie di nomadi, se nelle università si organizzano spedizioni punitive contro avversari politici, non è un problema, non ci sono motivazioni politiche, è al massimo bullismo, branco, noia. Manca del tutto la condanna sociale, culturale e politica di questa diffusione capillare di una cultura politica basata sulle peggiori tradizioni della destra italiana, sulla violenza gratuita di stampo squadrista.