21 aprile 2011

A un mese dall'intervento militare alleato in Libia, impressioni

E toccherà farlo un breve post sulla Libia.
E' da più di due settimane che lo si voleva scrivere. Ma tanto il punto è che stiamo sempre lì.

Impressioni dopo più di un mese dall'intervento militare alleato.

- E' una guerra a bassa intensità. Sono settimane che lealisti e ribelli stanno a fare avanti e indietro su poche decine di km, tra Brega e Adjabiya. Anche il numero dei combattenti coinvolti è esiguo, poche migliaia di uomini, ed esiguo il numero dei morti in combattimento, poche unità al giorno.
- Fallita l'avanzata dopo la prima riconquista di Adjabiya, pare chiaro che molto difficilmente i ribelli sono in grado di mettere in rotta l'esercito di Gheddafi; allo stesso tempo, Gheddafi non è in grado di provare a dare la zampata finale, poiché non gliene verrebbe data la possibilità.
- Passato il controllo alla NATO, l'impressione è che sia diminuito la pressione militare (e il che, visto l'andazzo francese, non è stato troppo un male). Tocca dare atto che effettivamente gli "effetti collaterali" sui civili sono stati finora contenuti veramente al minimo.
- Conferma del carattere assolutamente improvvisato della rivolta, nata ed evolutasi praticamente per caso; l'evidente impreparazione delle "truppe", disorganizzate e spontaneistiche, rende abbastanza risibili le teorie di chi vedeva fin dall'inizio la longa manus militare dell'Occidente (si vedano i castelli costruiti sulla presenza di fucili FN-FAL).
- Il "movimento pacifista" ha stentato e stenta non poco un po' per il disinteresse che ha rapidamente avvolto la vicenda, un po' perché partito troppo tardi, ex post, e viziato spesso da analisi della situazione sul campo parziali o aprioristicamente prevenute.

Prospettive.

Ah boh. Al momento, pare che possa andare avanti così per mesi. O aumenta l'intensità dell'impegno militare di Gheddafi, cui potrebbe corrispondere un nuovo aumento dei raid aerei, e magari i soldati lealisti si stufano di continuare a farsi ammazzare e si ribellano, oppure, se continua l'isolamento, più verosimilmente è da sperare un qualche colpo di stato interno, che indietro ormai nessuno può più tornare.
Grande è la confusione sotto il cielo...

Parlamentaristi

Eccalla, non si è fatto a tempo a scrivere dell'escalation costante delle dichiarazioni e dei propositi eversivi di Berlusconi e maggioranza, che si alza su tale Ceroni, che propone la modifica del primo articolo della Costituzione, quando dichiara che la sovranità appartiene al popolo che la esercita nei limiti e nelle forme previste dalla Costituzione stessa, con una statuizione iperparlamentarista, "L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e sulla centralità del Parlamento quale titolare supremo della rappresentanza politica della volontà popolare espressa mediante procedimento elettorale".
Ok premesso che si tratta di una gran stronzata, comunque pericolosa per l'ennesimo precedente che si introduce, tocca dire che comunque sono alquanto curiosi, nella loro concezione delle istituzioni rappresentative. In sé, una dichiarazione sulla superiorità del potere legislativo, unico organo dotato di legittimazione popolare, può anche essere abbastanza condivisibile, diciamo che è un assunto di matrice storico/politica apertamente giacobina: solo, che è abbastanza grottesco che ripetute affermazioni della supremazia del Parlamento vengano fatte da qualche tempo a questa parte da gente che al contempo apertamente afferma il fastidio per i vincoli imposti dal procedimento legislativo, impone continui voti di fiducia, leggi delega, decreti, svuota di ogni dignità le Camere, ridotte a un'aperta compravendita di deputati.
Usiamo le stesse parole di Ceroni: "Visto che al momento non è possibile fare una riforma in senso presidenziale come vorrebbe Berlusconi, per ora ribadiamo la centralità del Parlamento troppo spesso mortificata, quando fa una legge, o dal presidente della Repubblica che non la firma o dalla Corte Costituzionale che la abroga. Occorre ristabilire la gerarchia tra i poteri dello Stato. Se c'è un conflitto, bisogna specificare quale potere è superiore". Visto che non possiamo dare tutti i poteri al "capo del governo", allora diciamo che il Parlamento, poiché braccio armato del premier e della sua volontà, è l'organo supremo...

19 aprile 2011

Eversione

Il tanto vituperato articolo di Asor Rosa sulla necessità di un preteso "golpe democratico", nella piena condivisibilità dell'analisi, pecca casomai sulla vaghezza di ciò che si propone, che ha lasciato così spazio a tanto baccano da parte di commentatori di destra, "terzi" e anche non pochi "democratici", incentrati perlopiù sulla natura eversiva che avrebbe, in pratica, uno scioglimento delle Camere.
Bah.
Notizia di poco fa che Lassini, il candidato del PDL di Milano che aveva commissionato i manifesti sui magistrati brigatisti avrebbe ritirato la candidatura. Napolitano ieri diceva siamo vicini alla degenerazione.
Ahò, non siamo "vicini", la degenerazione c'è stata, e ormai da parecchio. Il Parlamento, tenuto in vita da un manipolo di deputati apertamente comprati, che esiste solo per votare scudi giudiziari di ogni sorta, disposto a sostenere le peggio stronzate, tipo la "ministerialità" dei reati commessi per far rilasciare Ruby. Un Berlusconi che nel giro di una settimana ha collezionato accuse di brigatismo alla magistratura, di esistenza di patti segreti con Fini, di una scuola pubblica cui bisogna levare i ragazzi perché sarebbe una sorta di lavaggio del cervello della sinistra comunista e via dicendo, e che rivendica mani libere e supremazia su ogni altro potere. Il finale del Caimano pareva fantascienza, è la realtà di ogni giorno. Eversione si chiama questa. Giorno dopo giorno, ci si è abituati a sempre peggio, ma tocca darglielo il nome alle cose. Eversione è. Non Asor Rosa che lo denuncia. E che, soprattutto, mette in guardia, affinché non si arrivi al "troppo tardi". Questo è il problema, non che sia un porco, o un delinquente corrotto.
Persa l'occasione delle elezioni anticipate, in primo luogo per l'incapacità delle opposizioni di trovare una minima piattaforma comune da contrapporre, non bisogna lasciarsi perdere la benché minima occasione. Intanto, lo sciopero generale(tto) del 6 maggio, quindi le amministrative, Milano in primis, in cui tutte le energie sono da dedicarci, credendoci.

18 aprile 2011

Sentenza sul rogo della ThyssenKrupp a Torino

La sentenza della Corte d'Assise di Torino sul rogo alla ThyssenKrupp non mi convince.
Parlo a naso, senza naturalmente avere modo di conoscere gli atti e poter dare una valutazione pienamente fondata. Comunque, se è vero che i dirigenti condannati avevano piena coscienza dei rischi alla sicurezza, e abbiano scelto di non farci investimenti per ragioni di cassa, le condanne per omicidio colposo sono sacrosante e doverose. Quello che non convince è invece l'imputazione per omicidio doloso riconosciuta a Espenhan, l'amministratore delegato. E' stato riconosciuto il dolo eventuale, ossia la rappresentazione precisa e puntuale del rischio di incidente mortale e dell'alta possibilità che si verificasse, a un livello tale da poterlo concettualmente equiparare a un omicidio volontario. Che è questa la differenza di base tra colpa e dolo, da un lato la grave e colpevole negligenza, dall'altro la volontarietà. No, tale imputazione non la condivido, l'omicidio colposo, e la relativa condanna, sarebbe stata la più adeguata. La condanna per omicidio volontario, in un processo indubbiamente estremamente mediatico, più che su ragioni giuridiche si è basata sulla volontà di volere fare una sentenza politica, storica, da precedente, con un atteggiamento da "giustiziere" più che da giudice. Oh, volontarietà di causare la morte di 7 operai? E daje... Responsabilità gravissime in nome del profitto, comportamenti criminali, ma questa è un'altra cosa.
Poi il secondo aspetto, le sanzioni economiche alquanto pesanti per l'azienda. Anche qui: c'è stato il riconoscimento delle responsabilità personali dei dirigenti dell'azienda, adeguatamente puniti? A che pro il riconoscimento di un'ulteriore responsabilità, questa collettiva? Che la ThyssenKrupp la conosciamo, c'ha le spalle larghe, quest'anno annuncia profitti record dallo stabilimento ternano, ma ottenuti con la cassaintegrazione di centinaia di operai. E sarà solo sulle loro spalle, dei lavoratori, che verosimilmente si scaricheranno le conseguenze delle sanzioni e dall'esclusione dai finanziamenti, non certo dei "padroni", anche se non si arrivasse a misure drastiche, come improvvidamente ventilato. E c'ha ragione Di Girolamo, a esprimere forti preoccupazioni sul punto, e a commentare l'atteggiamento eccessivamente punitivo della sentenza, andata oltre giustizia.

15 aprile 2011

Mentre splendidi cavalieri appaiono lontano su cavalli che nitriscono al canto dei pastori


"Mentre splendidi cavalieri appaiono lontano
su cavalli che nitriscono al canto dei pastori"

14 aprile 2011

La media conciliazione alla Corte Costituzionale

Buona notizia l'altro giorno dal TAR del Lazio, che con ordinanza ha sollevato questione di costituzionalità presso la Corte della legge che ha introdotto la conciliazione obbligatoria, in vigore da qualche settimana.
La legge, approvata in sordina, c'avrebbe in effetti profili di incostituzionalità piuttosto evidenti, specie sull'obbligatorietà, che non è ammissibile che io sia costretto, prima di poter esercitare il mio diritto a ottenere giustizia dallo stato, a dovermi rivolgere a degli organismi privati, a pagamento, che ci lucrano sopra.
Senza starci a fare tanti discorsi sopra, che altri ne hanno fatti e ne farebbero di migliori e più argomentati, ma i dati di fatto sono due: in primo luogo, è un regalo fatto a banche, assicurazioni, industrie, e tutti i soggetti con soldi e spalle coperte, che hanno tutto l'interesse a evitare di andare da un giudice, e in contemporanea a crearsi un indotto, di corsi agenzie sensali vari; in secondo luogo, questa privatizzazione di fatto della giustizia è solo l'ennesimo esempio di uno Stato che, di fronte a dei problemi e a delle necessità, non li affronta (leggesi, anzitutto, ci caccia i soldi), ma abdica, rinuncia e dà in appalto a dei privati, che naturalmente, da privati guarderanno in primis e soprattutto al profitto: oggi è la giustizia, ieri era sull'università, o sulle scuole d'infanzia, e via dicendo.

13 aprile 2011

Identità regionali

Il MPA, non molto differente da una Lega Nord in salsa siciliana, la settimana scorsa ha proposto le ore obbligatorie di siciliano a scuola.
La notizia in sé è piuttosto scema, la solita sparata localistica, che già i fondi mancano, i pochi che ci sono andiamo a spenderli così sì certo.
No, più che altro, l'idea di insegnare la lingua "siciliana" dà da riflettere: versione "che duci"? o magari area messinese?
Tutto in nome della difesa e della tutela della "identità regionale". Le identità regionali. Grandi cazzate, le regioni stesse, in realtà, sono poco più che "espressioni geografiche" di metternicchiana memoria. Facciamo l'esempio dell'Umbria, regione piccolina e con pochi abitanti: che c'ha da spartire un ternano, francamente, con un perugino, per non parlare magari di un castellano? Una storia recente, una certa similarità di problemi, ma non certo un'identità.
Fa' veramente specie la strumentalità delle "identità regionali", inventate e sfruttate solo per crearsi rendite di posizione e di potere...

12 aprile 2011

Cosmonauti (per la pace la libertà il progresso il Comunismo avanza vittorioso)

"Grazie alla scienza sovietica l'umanità conquista il cosmo"

Sul finire della giornata, non possiamo essere da meno di Rifondazione & company, quindi il pensiero non può non correre al compagno Yuri Gagarin, cosmonauta e cittadino sovietico, 50 anni fa primo uomo nello spazio.
Beh!
Si cercava un qualche manifesto specifico, ci si accontenti de l'Unità e di quello per l'anniversario della Rivoluzione d'Ottobre del 1961.

11 aprile 2011

Signora!!! Primo giorno senza Berlusconi!!!

11 aprile 2006, ore 6.15, Piccione, frazione di Perugia "Signora!!! Primo giorno senza Berlusconi!!!".
Già.
Elezioni politiche del 9/10 aprile 2006. Ce lo ricordiamo tutti, dopo 5 anni di governo berlusconiano, e una serie di vittorie del centrosinistra a tutte le elezioni, l'Unione guidata da Prodi è data per favorita. E i primi exit-poll sembrano confermarlo. La lunga notte elettorale, alla federazione DS di Piazza della Repubblica, un'angoscia interminabile, ad aggiornare ogni minuto i computer, che vedevano il vantaggio assottigliarsi sempre di più. Alle
3 di notte, a scrutinio ancora non concluso, compare Piero Fassino, il compagno segretario, aria tiratissima, a rivendicare la vittoria. Alla Camera alla fine si vince, ma di poche migliaia di voti. Il Senato pare che stiamo un seggio sotto, ma 'sti cavoli, qualcosa si inventerà, ce l'abbiamo fatta. Il brindisi, tensione, si canta l'Internazionale.
Tornato a casa, complice uno storico bottiglione di Nero d'Avola, si decide che tocca fare qualcosa: e via nella notte, a piedi, in direzione di Gubbio, bandiera rossa dei DS spiegata. La gente che strombazza allegra, il camionista pachistano che dalla salita di Piccione dà un passaggio fino a Gubbio; nel paese semideserto al mattino presto, la colazione condivisa con un gruppo di muratori, che voleva sapere le notizie.
Quindi, sotto la pioggia, il rientro, con un compagno gentile che offre un passaggio, e ti informa che è stato arrestato Provenzano. E daje. "Vuoi vedere che l'Italia cambia davvero", come recitava lo slogan di Rifondazione. E nei primi mesi ci si è creduto veramente.
Poi, sappiamo come è andata. Il centrosinistra unito ha perso la sua grande occasione storica, schiacciato dai personalismi dei vari Mastella e Di Pietro, da qualche radicalismo di troppo, dai numeri impietosi al Senato, dai DS e la Margherita che hanno scelto di mettersi a cazzeggiare, inventandosi il Partito Democratico.
Elezioni anticipate nel 2008, sconfitta disastrosa dalla quale ancora nessuno è riuscito a riprendersi, nonostante un governo vergognoso sotto qualsiasi profilo.
Che occasione che abbiamo buttato via "in quel giorno a primavera" di cinque anni fa, e quante cose abbiamo perso in questi anni.


Già, parecchiu!

18mila voti
Ore 6.15, a Piccione


La sede DS di Gubbio

8 aprile 2011

L'immigrazione disumanizzata

Forse neanche la tragedia di oltre 200 morti in mare in un unico incidente, che si sommano a tanti altri naufragi di migranti che rimangono ignorati o sottaciuti, è riuscita a smuovere un po' gli animi.
Non è un discorso di buonismo, ma è una realtà che -ed è una delle colpe più grave di anni e anni di gestione disastrosa, se non criminale, dell'immigrazione in Italia- ormai siamo arrivati al livello di negare l'umanità di un migrante. Ormai, sono entrati nel meccanismo mentale collettivo concetti come quello per cui un uomo che è entrato in Italia senza permessi commette già per questo un crimine, e nessuno riflette sul fatto è un diritto inalienabile di ciascuno di noi di potersi spostare, andare a vivere dove preferiamo e come vogliamo. E riteniamo normale che un migrante clandestino possa essere trattenuto a tempo indeterminato in un qualche "centro di identificazione ed espulsione", tendopoli o chicchessia: ahò, stiamo arbitrariamente privando della libertà personale migliaia di persone, ce ne rendiamo conto? Reputiamo normale, giusto, privare un uomo di uno dei suoi diritti primari. E questa è la conseguenza, possono anche creparne 200, ma in fondo ce ne importa poco, "cazzi loro, potevano restarsene a casa". Disumanizzati.

Nota pratica: il ministro Maroni sarà anche una delle facce migliori della Lega, ma sulla crisi degli sbarchi ha dimostrato una totale incompetenza (sperando che fosse in buonafede), ennesimo ministro per cui le dimissioni sarebbero l'unica strada. Adesso poi, ci si lamenta, giustamente, del comportamento tenuto dalla Francia, che sta chiudendo le frontiere, contribuendo ad acuire la tensione. Beh, a parte che il fatto che Sarkozy fosse un infamone ce li sapeva già da parecchio, lui come tanti altri leader di destra in Europa, ma altro non sta facendo che attuare quelle stesse identiche politiche che vorremmo e cerchiamo di applicare anche in Italia... ma se sono sulla nostra pelle, ci si lamenta... ah, e complimenti vivissimi alla nostra politica estera, prove su prove su come siamo i grandi amici di tutti, e come ce l'abbiamo noi un peso politico, a stento USA e Cina...

7 aprile 2011

Il botto a Terni (famolo in fretta)

Oggi perquisizioni anche in Comune, e nuovi interrogatori a Porcacchia, per 20 anni alla guida di Confcommercio a Terni. Tutti naturalmente col fiato sospeso, che è immancabile che tanta, tantissima gente sarà coinvolta, e beh, ce lo si sa che la vita pubblica di Terni non è che sia proprio specchiata.
Insomma, daje, se tocca fa' il botto, famolo in fretta.

6 aprile 2011

In memoria delle stragi di Leonessa del 2-5-7 aprile 1944

In questi stessi giorni, a inizio di aprile del 1944, tutto il territorio libero controllato dalla Brigata Garibaldina Antonio Gramsci venne investito da una grande offensiva antipartigiana tedesca, forte di diverse migliaia di uomini. Oltre a infliggere un duro colpo ai partigiani della Gramsci, che riuscirono a sganciarsi solo dopo aspri combattimenti, costati decine di caduti e il quasi sbandamento della formazione, le rappresaglie nazifasciste infierirono sulla popolazione inerme, con centinaia di morti e interi paesi dati alle fiamme, come Poggio Bustone.
A Leonessa la violenza nazifascista fu particolarmente feroce, con 51 civili trucidati tra il 2 e il 7 di aprile 1944. Per commemorare l'eccidio, e cercare di rendere un po' più nota una delle tante stragi tedesche avvenute in Italia durante l'occupazione, rimaste prive di responsabili, e quasi rimosse dalla memoria collettiva, ieri si è creata una pagina su Wikipedia sull'argomento.

L’eccidio di Leonessa fu una strage nazifascista avvenuta tra il 2 aprile 1944 e il 7 aprile 1944 a Leonessa e nelle frazioni circostanti, nel corso del quale vennero trucidati 51 civili.

La Resistenza a Leonessa
Il territorio di Leonessa, in provincia di Rieti, fu largamente interessato da un forte Resistenza fin dall’ottobre del 1943. Le bande partigiane della zona f
acevano riferimento alla Brigata Garibaldina Antonio Gramsci, che a partire dalla fine di dicembre 1943, a seguito della liberazione di Norcia e Cascia, riuscì a dare vita a una delle prime zone libere d’Italia, nel territorio immediatamente a nord di Leonessa.
Il movimento antifascista leonessano aveva i suoi punti di riferimento in Roberto Pietrostefani, Giuseppe Zelli, Ugo Tavani, e soprattutto nel giovane parroco Don Concezio Chiaretti: quest’ultimo, a capo del CLN locale, e referent
e della Brigata Gramsci, si sforzò in tutti i modi di preservare la popolazione locale durante l’occupazione tedesca, specialmente in occasione di momenti di tensione come quelli seguiti alla fucilazione, il 26 febbraio 1944, del commissario prefettizio fascista Francesco Pietramanico. Grazie agli sforzi del parroco, si riuscì a evitare la rappresaglia nazifascista, e addirittura a ottenere la nomina di Ugo Tavani, fiancheggiatore della Resistenza, come nuovo commissario prefettizio. Sempre grazie all’impegno di Don Chiaretti, che convinse i militi del presidio della Guardia Nazionale Repubblicana a lasciare il paese, Leonessa venne occupata pacificamente dalla Brigata Garibaldina Antonio Gramsci il 16 marzo 1944, accolta dalla popolazione festante. Con la liberazione di Leonessa, la zona libera sotto il controllo dei partigiani raggiunse la sua massima estensione, arrivando a comprendere tutta la vasta zona compresa tra la Valnerina, Norcia e la rotabile Piediluco-Leonessa-Posta.
Don Concezio Chiaretti, parroco di Leonessa, in divisa di cappellano militare degli Alpini Il giorno 1 aprile 1944 diverse migliaia di uomini della Wermacht e delle SS, coadiuvati da reparti fascisti, diedero inizio a una vasta operazione militare antipartigiana, con l’intento di eliminare la minaccia che la Brigata Gramsci e altre formazioni minori rappresentavano per le linee di rifornimento con il fronte abruzzese e laziale. La zona libera controllata dai partigiani cessò di esistere, e i battaglioni della Gramsci riuscirono a sganciarsi dal nemico solo dopo aspri combattimenti protrattisi per circa una settimana, e che misero a forte repentaglio l’organizzazione e la tenuta
della Brigata, costringendola ad abbandonare tutti i centri abitati più importanti (Norcia, Cascia, Monteleone di Spoleto, Leonessa).

Le stragi di Leonessa
Leonessa venne immediatamente occupata dai nazifascisti, che provvidero a incarcerare subito un centinaio di persone, tra veri e presunti antifascisti. L’eccidio ebbe inizio il 2 aprile 1944, con la fucilazione di sei persone nella frazione di Villa Carmine. Dopo alcuni giorni di tregua, la notte del 5 aprile, nella frazione di Cumulata, 13 abitanti vennero trucidati dalle truppe tedesche guidate da Rosina Cesaretti, una giovane locale, amante di un ufficiale tedesco, emigrata a Roma, e tornata in paese a seguito dello sfollamento: dando sfogo anche a odi e rancori personali, essa personalmente guidò i tedeschi nella scelta delle vittime,
tra cui un suo stesso fratello e una zia. Il 6 aprile i tedeschi concessero un altro giorno di tregua, nel corso del quale permisero a Don Concezio Chiaretti di celebrare una messa per i caduti di Cumulata: ma l’indomani, 7 aprile 1944, venerdì santo, mentre pareva che le truppe tedesche stessero per ritirarsi, a conclusione delle operazioni militari, giunse un automezzo con a bordo 15 militi delle SS per un nuovo rastrellamento. 24 persone vennero prelevate, portate presso il paese e fucilate a sangue freddo: tra di esse, anche il commissario prefettizio Tavani, e il parroco Don Concezio Chiaretti, morto perdonando i suoi assassini. Nel corso del rastrellamento, altri 8 cittadini di Leonessa vennero uccisi dalle truppe tedesche nelle frazioni di Villa Gizzi e Ponte Riovalle: alla fine, l’eccidio di Leonessa arrivò a contare 51 morti fucilati dalle truppe tedesche.
Al termine della Seconda Guerra Mondiale, nessuno dei re
sponsabili delle stragi di Leonessa è stato punito per i suoi crimini. A Leonessa, la piazza principale del paese è stata intitolata ai martiri del 1944, e un sacrario ne ricorda la morte. Don Concezio Chiaretti venne promosso al grado di capitano cappellano per merito di guerra alla memoria.
Don Concezio Chiaretti, parroco di Leonessa e martire della Resistenza, in divisa di cappellano degli Alpini

5 aprile 2011

Emozionanti profumi pasqueggianti (yeah)

Ci vorrebbe la penna di un Van De Sfroos, o degli Altoforno, o se proprio è anche di un Proust, per descrivere l'emozione e la poeticità della pizza dolce di Pasqua.
 

4 aprile 2011

Paletti: via i perugini dalla milizia regionale!

Il problema più grande della proposta delle milizie regionali proposte dalla Lega Nord, pur con tutto il fascino del "to the arms, to the arms" e dei minutemen, e del fatto che l'Umbria c'avrebbe un peso specifico maggiore di regioni ben più popolose, è che i perugini nella milizia non ce li vogliamo. Milizie provinciali allora, e poi lo vediamo chi c'ha l'industria pesante e la Fabbrica d'Armi!

3 aprile 2011

Compagni stiamo all'erta, Largo Villa Glori

Poco presente sul blog, che si è di ronda a Largo Villa Glori: sono arrivati due dei suoi più perfidi nemici, gli antivivisezionisti della LAV, e la giostra dei bambini, seconda a malvagità solo allo stand che ai tempi vi piazzava Forza Italia sotto elezioni (ma che almeno c'erano le hostess picchie).

30 marzo 2011

Che tempi, ahò, che tempi! Cibo ribelle e feste ingegneria

Che tempi, ahò! Che tempi!
Rondini in cielo, fiori e prati verdi, e si sta chiusi in ufficio.
Un'amnistia di fatto, diniego di giustizia per centinaia di migliaia di procedimenti, spacciata per processo breve, e a rischio di approvazione in tempi rapidissimi.
Il cibo che si ribella, come testimoniato in questa foto agghiacciante della zebra che calcia un leone.



[foto in mezzo al post, che certi orrori bisogna fissarseli bene in mente a scopo catartico]

La Lega Nord, assolutamente tra i principali responsabili del casino a Lampedusa, con una legge sull'immigrazione che da dieci anni porta il nome di Bossi, e Maroni al Ministero degli Interni, che ci speculano sopra.

Per fortuna, in mezzo a tanto male, c'è ancora qualche bella notizia, che dà la forza di tirare avanti, tipo l'annuncio della Festa di Ingegneria 2011, in programma presso la Facoltà di Ingegneria di Perugia la sera del 9 giugno, o, il trovare un volume, seppur isolato, della storia del PCI di Spriano, sugli anni dal 1926 al 1928, sullo scaffale del libero scambio della BCT.

29 marzo 2011

In difesa di Benedetto XVI

Dice il saggio: se vengono in mente cazzate a raffica, preservale.
Ma che tocca fa'.
Manifesta malvagità a parte, oh, va alle Fosse Ardeatine, soprattutto fa vincere le Fere (rocambolesco 3 a 2 col Viareggio, dopo la benedizione del giorno prima in udienza).... tocca di' che le quotazioni papali sono in forte ascesa!
Dice che in cambio, per scrupolo, vuole daje un'attizzatina a lu poro Bruno Giordano. Che sai mai.

28 marzo 2011

La soluzione della crisi sbarchi a Lampedusa

Non per dire, ma una soluzione rapida ed efficace dell'emergenza immigrati a Lampedusa qua ce la si avrebbe: cessione immediata dell'isola alla Tunisia!
Suvvia! Ci fanno scomodo 'ste isole più vicine all'Africa che alla Sicilia? Tocca spendere probabilmente più soldi in assistenza (e senza neanche riuscire a farla) di quelli che si incamerano in tasse? C'abbiamo paura che Gheddafi ce le bombardi? E allora daje! Ci inventiamo una nuova fattispecie di diritto internazionale, rinunciamo alla sovranità su Lampedusa, Linosa, e se ci gira anche Pantelleria, le passiamo alla Tunisia, o a Malta per essere europeristi a tutti i costi, e via, ogni problema è risolto!

27 marzo 2011

Tris ternano 3 - Malvagità sprizzante, ternano udienzante

Grande affluenza di pubblico all'udienza "personale" della città di Terni dal Papa, brigata dal vescovo Paglia.
8000 persone (operai a essere precisi per il TG1), evidentemente intimoriti dalla malvagità che sprizzava dal manifesto dell'evento.

Tris ternano 2 - Il museo della Fabbrica d'Armi

Intervallo serio.
Che sbrocco la raccolta museale della Fabbrica d'Armi!
In pratica, un compendio esaustivo di tutte le armi da fuoco degli ultimi 140 anni.
Assolutamente, da farci uno sforzo, per rendere pubblica la raccolta (non solo nelle giornate FAI), organizzarla un po' meglio.